DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

24 Febbraio 2023

Amico a quattro zampe in campo


AGIPRESS – In mezzo al campo, corre poco per l’età che avanza, ma non si risparmia per ricevere abbracci. C’è un setter con più di 11 primavere con un nome e un cognome, Leo Del Garda, ed è la mascotte ufficiale del Feralpisalò, club che milita in Lega Pro e prima nel mondo del calcio ad adottare un cane. La scelta dell’animale anziano non è casuale e vuole essere un preciso messaggio di inclusione e di responsabilità . Ha un canale Instagram dedicato: leo.feralpisalo dove c’è scritto “dipendente dalle coccole e fiuto per il gol”. Riveste anche il “ruolo” di portabandiera della sensibilità sociale della squadra del presidente Giuseppe Pasini che vede sviluppare, grazie a lui, nuovi progetti dedicati al benessere animale come: educazione al possesso responsabile di un animale, progetto scuola, la pet therapy con la squadra “Senza di me che gioco è?”, che è il primo team dedicato al benessere emozionale per ragazzi con disabilità cognitive, convenzioni con strutture veterinarie e la sensibilizzazione su molte tematiche, tra cui l’abbandono e le adozioni.

Dopo aver superato brillantemente la prima fase di pre-affido, Leo si è perfettamente ambientato nella nuova casa, lo stadio Turina di Salò, in provincia di Brescia, che ospita le partite interne della formazione guidata da Stefano Vecchi. La mascotte ha trovato un luogo “arredato” con i comfort ideali: area verde, rifugio sicuro, attenzioni di staff e atleti. “Prendersi cura degli animali è una responsabilità che va condivisa con la comunità – le parole del presidente Giuseppe Pasini- e Feralpisalò da sempre ha nell’impegno sociale il principale obiettivo”. “Tutti, squadra e staff compresi, si stanno dimostrando molto sensibili nel seguire il setter. Vogliamo creare un ulteriore legame emotivo col territorio, perché il calcio può essere un ambasciatore di valori”- ha dichiarato Matteo Oxilia, responsabile della comunicazione del club gardesano, che ha seguito il progetto. Nel passato, si ricorderà la storia del pastore tedesco Gunther IV e di Maurizio Mian, ex presidente del Pisa, che recentemente è diventata una serie di Netflix.

La storia di Leo è diversa. Era un “cane che nessuno voleva più”, aveva trascorso la vita al fianco dei cacciatori. Ha trovato chi gli ha dato una seconda possibilità ed è diventato parte integrante di progetti dedicati, in particolare, ai giovani e degli animali. La sua è una storia che parte dal cuore e arriva al cuore. AGIPRESS

di Gaia Simonetti

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