In Toscana 362 persone con disabilità e disagio impegnate in 53 aziende agricole regionali. Un seminario a Firenze dedicato all’argomento
AGIPRESS – FIRENZE “ L’agricoltura sociale è stata al centro del convegno che si è svolto stamani (lunedଠ9 dicembre) all’Istituto degli Innocenti di Firenze, organizzato dalla Regione Toscana. In Toscana sono 362 le persone con disabilità che svolgono attività in campagna grazie al progetto di “Agricoltura sociale” appunto, lanciato dalla Toscana con modalità uniche in Italia, finanziato in prima battuta con 2 milioni di euro e avviato grazie ad un bando del 17 aprile 2012.
I numeri del progetto – Sono 362 le persone accolte nel progetto. La maggior parte di loro (260) ha un’età compresa fra 18 e 40 anni, 11 hanno meno di 18 anni, altri 91 ne hanno più di 40. Tutti hanno problemi di disabilità o di disagio. In gran parte si tratta di disabilità o disagio di tipo psichico (243 persone), mentre 43 sono i soggetti autistici. 15 hanno avuto esperienza con il carcere, 45 di tossicodipendenza, altri 16 hanno invece problemi di diverso tipo. Le aziende agricole che li hanno accolti sono 53, dislocate in tutto il territorio regionale. L’unicità del progetto toscano sta nel fatto che ad ognuno dei soggetti accolti nel progetto viene corrisposto un “salario” per l’attività svolta. E per molte di queste persone è stato il primo e unico “salario” che abbiano mai ricevuto. Il progetto prevede che per ciascuna delle persone accolte si possa erogare fino ad un massimo di 14 mila 400 euro per un triennio. Nel caso sia necessario un accompagnatore è possibile erogare fino a 6 mila euro in un triennio per questa figura.
“L’agricoltura sociale continuerà in Toscana”. La frase, attesa e richiesta da tutta la platea, è stata pronunciata dall’assessore all’agricoltura Gianni Salvadori che oggi ha concluso il convegno. L’assessore Salvadori ha sottolineato come questa prima esperienza sia stata finanziata con fondi regionali, ma ha anticipato la possibilità di un intervento per il futuro anche facendo ricorso ai fondi comunitari FSE e FEASR. Intanto ha rassicurato: i fondi comunque ci saranno. Salvadori ha ribadito che l’agricoltura sociale è un’attività economica che non va confusa con l’assistenzialismo e non va etichettata di “buonismo”, ma che deve garantire reddito per le imprese e per chi ci lavora. Rispetto al passato cambia però l’ottica, che non sarà più di tipo verticale, ma sarà orizzontale. “L’essere umano – ha detto l’assessore – non è fatto per la verticalità , e noi vogliamo dare risposte all’essere umano in tutta la sua dimensione umana. Per questo gli agricoltori si sono fatti carico di queste questioni, che attraverso l’agricoltura possono avere una risposta.”
In relazione a prospettive future dell’agricoltura sociale, Salvadori ha parlato di interventi di “innovazione sociale”. “Interventi che possono permettere il presidio umano in tanti piccoli borghi montani che rischiano di morire, dove non ci sono servizi nè per gli anziani nè per i bambini, dove è difficile vivere per una famiglia di giovani.” Infine Salvadori ha lanciato la proposta di presentare all’Expo 2015 di Milano l’agricoltura sociale, portando in quel contesto “un’esperienza forte che rispecchia la carta d’identità stessa della Toscana, che dal rinascimento ad oggi è concosciuta per la sua bellezza, per il suo buon cibo e per la sua cultura, ma anche come esempio di civismo”.
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