Al via la commercializzazione della farina.
AGIPRESS – Anche in Europa il pane, la pasta e altri alimenti possono contenere farina di grillo. Ma gli insetti sono diventati ingredienti già da qualche tempo. È del 2019 la domanda per l’ottenimento del nulla osta della Commissione Europea per la commercializzazione della farina di grillo nei paesi dell’unione. Dal 24 gennaio questa è entrata ufficialmente nella lista degli alimenti che possono essere venduti e consumati in Europa. Pasta, pizza, snack ma anche zuppe e prodotti a base di cioccolato sono gli alimenti dove la farina di grillo troverà un impiego diffuso, dopo il via libera dell’Autorità Europea per la Sicurezza Alimentare (EFSA). La farina di grillo viene ottenuta dalla macinazione degli insetti e rappresenta una fonte di proteine, grassi, vitamine e minerali. Dal 26 gennaio via libera anche alle larve del verme della farina minore, utilizzabili anche queste come ingrediente per la produzione di alimenti.
L’anno scorso i prodotti con farine d’insetti sono comparsi sugli scaffali di alcuni punti vendita del nord Italia ma, tutto sommato, senza scalpore. Con le nuove autorizzazioni comunitarie però, il dibattito si è acceso e ha suscitato pareri contrastanti anche in Italia. Da una parte, chi si oppone all’introduzione di nuovi alimenti usa prevalentemente la leva del disgusto verso l’idea di ingerire un insetto e invoca la necessità di difendere la dieta mediterranea. Dall’altra, chi sostiene l’uso di fonti nutritive alternative si appella alla scienza. La farina di grillo, secondo i dati diffusi, risulta più vantaggiosa della tradizionale carne animale in termini di sostenibilità ambientale. Facilmente intuibile la differenza tra un allevamento di animali e uno di insetti, con il secondo che garantisce un significativo risparmio nel consumo d’acqua e nella produzione di CO2.
Secondo la FAO, l’organizzazione per l’alimentazione e l’agricoltura dell’ONU, la produzione totale di CO2 di un allevamento animale è 100 volte superiore a quella di uno di insetti. Un’indagine condotta da Coldiretti rileva che gli italiani sono contrari all’uso alimentare di insetti nel 54%, il 24% è indifferente mentre solo il 16% è favorevole. Tuttavia, cresce l’interesse delle aziende alimentari verso le farine d’insetto. Perchè le generazioni più giovani sono aperte al consumo di alimenti che preservano l’ambiente a parità di proprietà nutritive. AGIPRESS
di Luca Lari