AGIPRESS – Voto contrario di Acea al piano per l’espansione di Publiacqua in altri territori nazionali. La società motiva la decisione in una nota ufficiale: “Acea precisa che l’atto è volto a tutelare gli interessi della società e che un esteso ampliamento sia territoriale sia oggettivo delle attività della Società , è in contrasto con i principi posti dal Testo unico in materia di società a partecipazione pubblica (“TUSP”, d. lgs. n. 175 del 2016) e, in particolare, con quelli posti dall’art. 4 del Testo unico, relativo ai limiti oggettivi dell’orizzonte di attività delle società a partecipazione pubblica. Infatti, come risulta da un’interpretazione difficilmente confutabile, quando l’art. 4 consente che le società a partecipazione pubblica siano costituite e che si occupino di “produzione di un servizio di interesse generale” non può che riferirsi a quei servizi di interesse generale che siano in qualche modo imputabili alla missione delle amministrazioni pubbliche che rivestono la qualità di socio e che controllano la società . Quindi, la predetta estensione sembrerebbe in contrasto con la composizione societaria di controllo e con le congenite limitazioni territoriali. Trattandosi del rispetto di norme imperative, poste a tutela dei principi di concorrenza e di privatizzazione ed oltretutto affidate dal TUSP alla vigilanza della Corte dei Conti, si chiede in proposito un approfondimento affidato ad un legale indipendente. Inoltre si sottolinea che, come a tutti noto, “la Società è stata costituita a seguito di una gara pubblica con l’obiettivo di gestire il servizio idrico della città di Firenze e dei Comuni ricadenti nella Conferenza Territoriale 3 “Medio Valdarno”. Ciò rende incompatibile anche la focalizzazione della Società su gare riguardanti l’erogazione del servizio idrico sul territorio nazionale, e quindi potenzialmente anche in Regioni territorialmente lontane, data l’ovvia incertezza e la conseguente instabilità nel core business della Società . E’ necessaria, per proteggere l’utilità sociale, una focalizzazione degli sforzi sull’ambito territoriale di Firenze e dei Comuni ricadenti nella suddetta Conferenza Territoriale 3 “Medio Valdarno” per dare un futuro certo alla società , lavorando per l’allungamento dell’attuale concessione e per il conseguente mantenimento dei livelli occupazionali nel territorio. Allo status concessorio, che incide sulla continuità aziendale, si aggiungono poi considerazioni di ordine organizzativo ed industriale, che rendono particolarmente complessa la partecipazione a gare sul territorio nazionale. In particolare, la Società si troverebbe costretta a garantire una serie di servizi aziendali ed industriali in territori non limitrofi, senza avere alcuna esperienza in tal senso e soprattutto non avendo un’organizzazione coerente con tale ipotesi di sviluppo. Per far ciò dovrebbe dotarsi di know-how, di mezzi e di un’organizzazione, attualmente assenti, investendo significativamente in tecnologie, oltre che in adeguate figure manageriali, personale tecnico e maestranze specializzate senza alcuna certezza in ordine alla continuità aziendale, considerata la scadenza della concessione nel 2024. Alle difficoltà interne, si aggiungono quelle esterne/territoriali, che rendono aleatoria la partecipazione ad una gara sul territorio nazionale senza il coinvolgimento di partner locali specializzati in attività coerenti con il servizio idrico. La natura prettamente locale di Publiacqua non facilita, infatti, anche in considerazione dell’attuale contesto normativo, l’individuazione di partner locali/territoriali. La partecipazione a gare su scala nazionale, peraltro, oltre ad avere caratteristiche tecniche complesse, presentano anche un fabbisogno economico finanziario elevato. Ad esempio, le gare di Messina e Siracusa, di cui all’ordine del giorno della precedente assemblea, prevedono investimenti per circa 1 miliardo di euro nell’arco concessorio e presuppongono una capacità ed una struttura finanziaria solida in grado di affrontare senza criticità , soprattutto i primi anni complicati di un servizio idrico in precedenza gestito da Comuni. Occorre, inoltre, una capacità di coinvolgimento di istituti di credito nazionali ed anche internazionali, che garantiscano le future operazioni e siano di supporto alle scelte strategiche. Un’ulteriore considerazione è sui costi di preparazione delle gare, che saranno sostenuti dalla Società scommettendo su un futuro incerto, e che inevitabilmente sottrarranno risorse da dedicare al miglioramento del servizio nel territorio del Medio Valdarno. Questo porta a concludere che la partecipazione a gare, nel contesto incerto sopra descritto, rischierebbe di risultare un mero dispendio di prezioso tempo manageriale oltre che di risorse economiche e finanziarie della Società . Si ritiene quindi contrario all’interesse sociale che l’assemblea dei soci approvi le linee guida volte alla partecipazione a gare, ma si ritiene invece necessario che l’assemblea incoraggi la Società a focalizzarsi fortemente sul miglioramento del servizio locale, sul mantenimento dei livelli occupazionali e sull’ottenimento di un prolungamento della concessione necessario anche alla luce degli ingenti investimenti previsti nei prossimi anni. L’esigenza di promuovere un prolungamento risulta, infatti, funzionale a prepararsi adeguatamente anche alla gara per il rinnovo della concessione stessa. Rinnovo, attualmente previsto già nel 2024, e che rappresenta il primo passo fondamentale e prodromico a qualsiasi ulteriore strategia. Risulterebbe infatti singolare e non nel pieno interesse aziendale, espandere il business in altre regioni e poi non risultare aggiudicatari della concessione per la quale la Società stessa è stata costituita. Il socio Acque Blu Fiorentine, Società del Gruppo ACEA ha espresso in assemblea Publiacqua alla luce di tali considerazioni, voto contrario”. AGIPRESS