AGIPRESS – Una normativa che mette a rischio la gestione e il riciclo dei rifiuti provenienti dai cantieri stradali: oltre 14 milioni di tonnellate ogni anno (stima ISPRA), una parte significativa dei quali, se la norma dovesse rimanere cosଠcom’è senza le necessarie modifiche, dovranno essere conferite in discarica, disperdendo le potenzialità economiche, ambientali e occupazionali legate al riciclo dell’asfalto. L’allarme emerge dalla nota inviata dall’Associazione SITEB – Strade ITaliane E Bitume al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica contenente le osservazioni e richieste di modifiche del Decreto ministeriale 152 del 27 settembre 2022, il cosiddetto Decreto sull’End of Waste dei rifiuti inerti. “Secondo nostre stime – afferma Stefano Ravaioli Direttore SITEB – il riutilizzo del 30% del fresato, dato attualmente registrato in Italia, nella produzione di conglomerato bituminoso, comporta ogni anno il minor impiego di 380.000 tonnellate di bitume vergine (riduzione del fabbisogno di petrolio) e il recupero di 9.480.000 tonnellate di inerti, equivalenti in termini economici ad un risparmio di circa 370-380 milioni di euro di sole materie prime”. Stando all’attuale versione del testo del Decreto, il recupero nella produzione degli aggregati riciclati, cosଠcome lo si conosce oggi, sarebbe impossibile in quanto tali aggregati, prodotti con miscele bituminose, non sarebbero conformi alle limitazioni di concentrazione di idrocarburi previste, in netto contrasto con la norma tecnica di riferimento che prevede un impiego di “fresato” anche del 30%. “Producendo conglomerato con il 100% del fresato – ha concluso Ravaioli – il risparmio economico salirebbe fino a 1.200 milioni di euro/anno di sole materie prime, senza considerare tutti i vantaggi ambientali dovuti a minori importazioni di petrolio, al minor ricorso alle cave, ai minori trasporti di materie, ai minori costi di lavorazione e alle minori emissioni in atmosfera. In questo modo si eviterebbe la produzione di bitume di 3 raffinerie di medie dimensioni. In Italia, se non si modificherà la normativa sull’end of waste dei rifiuti inerti, questo potenziale rischia di andare disperso”. AGIPRESS