Le informazioni utili per conoscere e orientarsi.
AGIPRESS – Nel momento in cui le bollette e il clima sembrano impazziti, c’è una soluzione, a portata di mano e di portafoglio, per alleviare il problema: la Comunità Energetica Rinnovabile.
Cos’è? Una comunità energetica è un’associazione tra cittadini, amministrazioni locali, piccole e medie imprese e attività commerciali che uniscono le proprie forze con l’obiettivo comune di scambiare e consumare energia elettrica prodotta da fonti rinnovabili. In pratica, si tratta di installare impianti fotovoltaici che producono elettricità messa in rete, per la quale la comunità energetica ottiene incentivi economici statali. Gli incentivi sono riconosciuti per l’energia elettrica prodotta e consumata all’interno della comunità nella stessa fascia oraria; per l’elettricità prodotta in più, viene assegnato il solo valore economico dell’energia, comunque vantaggioso. Si può optare anche per immagazzinare l’energia prodotta in sistemi di accumulo e lasciarla a disposizione della comunità quando le fonti rinnovabili non sono utilizzabili; nel caso del fotovoltaico, la notte.
Come si fa? Spesso sono i Comuni a farsi promotori per la costituzione delle comunità energetiche. Gli impianti vengono collocati sui tetti di grandi edifici, come palestre e aziende, e l’energia prodotta viene distribuita in prossimità a tutti gli utenti della comunità energetica.
Chi progetta e costruisce gli impianti? Per semplicità , le comunità energetiche si rivolgono a aziende specializzate per la progettazione e la realizzazione degli impianti.
Addio bollette? No. Ogni membro della comunità energetica continua a pagare per intero la consueta bolletta ma, periodicamente, riceve una quota dei benefici garantiti dalla comunità . Questi compensi non sono tassati, perciò equivalgono di fatto a una riduzione della bolletta.
Le comunità energetiche funzionano già ? In Italia, a giugno dello scorso anno risultavano mappate un centinaio di comunità energetiche ma solo 16 erano effettivamente pronte per funzionare e appena 3 stavano già ricevendo gli incentivi statali. La causa dei tempi di attivazione cosଠlunghi è l’iter burocratico necessario per l’approvazione e la messa in funzione dei progetti.
2023, cosa cambia. Il Ministero per l’Ambiente intende valorizzare l’autoconsumo dell’energia e per questo ha inserito novità importanti nel TIA, il Testo Integrato Autoconsumo, soprattutto per lo snellimento delle procedure. AGIPRESS
di Luca Lari