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27 Ottobre 2022

NEONATOLOGI ITALIANI: “IL NOSTRO NON E’ PAESE PER BAMBINI, AUMENTA POVERTA’ E DIMINUISCONO NASCITE”

Il grido d’allarme dei neonatologi italiani in occasione del XXVIII Congresso nazionale in corso a Firenze 26-29 ottobre.

AGIPRESS – FIRENZE – “Guerra, pandemia e l’attuale crisi economica, sono le tre grandi emergenze del nostro tempo che hanno ulteriormente aggravato il fenomeno della denatalità , che adesso è diventata una priorità assoluta. I neonati non sono ancora al centro degli obiettivi del nostro Paese e continueranno a non esserlo se non si cambia rotta rapidamente, con politiche strutturali di sostegno alla famiglia e soprattutto ai giovani. L’assegno unico universale ha rappresentato un grande passo avanti, ma da solo non basta. La denatalità è una vera e propria emergenza sociale e come tale deve essere affrontata. Non può essere considerato un problema tra gli altri. Non è una questione meramente demografica ma sociale, economica e culturale. L’Italia non è un paese per bambini!”. Ad affermarlo è Luigi Orfeo, Presidente della Società Italiana di Neonatologia (SIN), in apertura del XXVIII Congresso Nazionale, in corso a Firenze (26-29 ottobre). L’evento, oltre a temi di aggiornamento scientifico e professionale, affronta quello delle grandi emergenze del nostro tempo: la guerra, la povertà e la pandemia, che hanno ulteriormente aggravato le condizioni di vita di famiglie e bambini.

LA GUERRA in Ucraina, infatti, è solo l’ultima delle grandi emergenze che nell’ultimo decennio in particolare, ma già dalla fine degli anni ’90 del secolo scorso, hanno contribuito a ridefinire l’evento nascita e ancora di più l’infanzia. Le immagini che da febbraio ci giungono dal cuore dell’Europa e soprattutto l’impatto sull’economia, con la crisi energetica e delle materie prime, hanno ulteriormente aggravato una situazione già drammatica e gli effetti sulla natalità non tarderanno a farsi sentire. Secondo i dati provvisori ISTAT per il primo trimestre 2022, a marzo il calo delle nascite è al massimo: -11,9% rispetto allo stesso mese del 2021. “Il conflitto è arrivato quando il nostro Paese stava appena uscendo dalla pandemia, di cui stiamo ancora contando i danni”, continua Orfeo. “Due anni e mezzo terribili, che hanno colpito in particolar modo i nostri piccoli. I lockdown, le mascherine, i vaccini, veder soffrire e morire i propri cari, interrompere le attività ludico-ricreative per lunghi mesi, la didattica a distanza. I centri nascita sono stati messi a dura prova, ma i neonatologi italiani non si sono fatti trovare impreparati, riuscendo a gestire l’emergenza nelle Terapie Intensive Neonatali e nei reparti materno-infantili”.

MENO RISORSE, PIU’ POVERTA’ – Il vero problema, però, a cui la pandemia e gli effetti della guerra hanno dato una forte accelerazione è la scarsità di risorse. Un problema che riguarda tanti paesi del mondo, ma a cui non sfugge anche il nostro. In Italia ci sono circa 1,4 milioni di minori in condizioni di povertà assoluta su 9,3 milioni di residenti (14,2%) secondo gli ultimi dati Istat. Un dato allarmante, confermato anche dal primo report sull’Assegno unico universale dell’INPS, secondo cui circa il 45% dei figli percettori dell’assegno appartiene a nuclei con ISEE inferiore ai 15.000€, cioè sotto la soglia di povertà . Povertà che si traduce, nella maggior parte dei casi, in difficoltà di accesso all’istruzione, anche superiore, e al lavoro (siamo, infatti, il Paese con il maggior numero di NEET, oltre 2 milioni), alle cure sin dai primi mesi di vita, ma anche ad altre opportunità , producendo gap che difficilmente saranno recuperati. Se diminuiscono i bambini, paradossalmente, invece di aumentare la qualità delle cure si investe di meno nelle infrastrutture sociali e sanitarie connesse. “Da oltre vent’anni sentiamo ripetere della mancanza di asili nido, di aiuti alle famiglie e alle mamme post-parto, cosଠcome di una ridefinizione dei diritti e delle tutele delle donne lavoratrici, ma ancora troppe poche cose sono cambiate”, incalza il presidente della SIN Orfeo. “Nel PNRR sono previste diverse misure per colmare i gap infrastrutturali e di servizi, ma i tempi saranno ancora lunghi. Abbiamo apprezzato molto l’istituzione di un Ministero dedicato espressamente alla natalità , dimostrazione di una presa di consapevolezza concreta del problema. Siamo pronti a confrontarci con la Ministra Eugenia Roccella e con il nuovo Ministro della Sanità Orazio Schillaci, per mettere a disposizione del Governo e del Paese le nostre conoscenze e competenze sul tema, per avviare un percorso proficuo che aiuti l’Italia a invertire la tendenza negativa sulle nascite, ma anche a migliorare l’assistenza ai bambini e alle famiglie, che presenta ancora grandi differenze tra le diverse zone d’Italia” – ha concluso Orfeo.

DENATALITA’ – Intanto le nascite continuano a diminuire, cosଠcome il numero di figli per donna, sceso nel 2021 a 1,24. In nessuna provincia d’Italia oggi si raggiungono i 2 figli per donna, anche se non è una novità . È dal 1975, infatti, che non si registra un tasso di fecondità superiore a 2 e, dato ancora più drammatico, mancano all’appello le madri “potenziali”, cioè quelle donne che in questi anni avrebbero fra i 25 e i 44 anni. La natalità al tempo delle grandi emergenze è stata al centro della sessione plenaria del Congresso della SIN su “Le grandi emergenze del nostro tempo: guerra, povertà e pandemia” con tre interventi d’eccezione. Il giornalista Franco Di Mare, già Direttore di RAI 3, conduttore di popolari programmi di approfondimento, ma soprattutto per lunghi anni corrispondente di guerra, ha raccontato quanto sia difficile “Nascere e vivere sotto le bombe”, non solo nei luoghi di guerra. Vi sono tante guerre dimenticate, che contribuiscono ad aggravare le condizioni di vita nei Paesi più poveri del mondo. Paesi dove la mortalità neonatale continua a mantenersi a livelli inaccettabili. Anche di questo ha parlato nel suo intervento “Nascere e vivere nei paesi a basse risorse” Don Dante Carraro, Direttore di Medici con l’Africa CUAMM, storica organizzazione di cooperazione e volontariato, che opera in otto Paesi dell’Africa sub-Sahariana per il diritto alla salute dei più poveri, prendendosi cura in particolare di mamme e bambini, i più fragili della popolazione, garantendo l’accesso al parto assistito e la cura del neonato. Degli effetti della pandemia ha parlato invece il Prof. Walter Ricciardi, accademico, grande esperto di organizzazione sanitaria e consulente del Ministro della Salute, che nel suo intervento dal titolo “Nascere e vivere ai tempi della pandemia” ha illustrato, tra l’altro, le azioni introdotte dal nostro Servizio Sanitario Nazionale, per contrastare la pandemia da Covid-19 e quelle che saranno le prospettive nell’immediato futuro. AGIPRESS

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