Sondaggio rivela che il 78% dei genitori intervistati ne ha bisogno per poter tornare al lavoro.
AGIPRESS – In un momento storico in cui le famiglie italiane devo affrontare un generale aumento del costo della vita, non può passare inosservata la voce babysitter. Secondo un recente sondaggio svolto da Sitly.it piattaforma di ricerca babysitter presente in Italia dal 2013, il 78% dei genitori intervistati dichiarano di aver bisogno di una babysitter per poter tornare al lavoro. Un dato che non sorprende visto che molte realtà aziendali stanno confermando il lavoro in presenza, se non al 100% almeno per buona parte dell’orario lavorativo. Curioso rilevare come in Olanda, nazione in cui Sitly è anche presente e in cui si è svolta in parallelo l’indagine, solo il 38% dei genitori intervistati hanno espresso questa preferenza. Gli Olandesi dichiarano invece di volere una babysitter per poter uscire la sera col partner o con gli amici per una percentuale pari al 29%, un’opzione scelta in Italia solo dal 3% dei genitori. Molti genitori italiani sono quindi alla ricerca di una babysitter. Anche i dati di traffico sulla piattaforma lo dimostrano: a settembre 2022 si parla del doppio delle registrazioni da parte dei genitori rispetto al 2021. La Lombardia è la regione con più richieste: 1500 nuove registrazioni al sito da inizio settembre, in sole 2 settimane. Segue il Lazio con 700 famiglie in 2 settimane, 50 al giorno. 300 genitori nuovi per Emilia Romagna, Sicilia e Toscana. Piemonte e Veneto 200. In generale, si registra in tutte le regioni quasi il 50% delle registrazioni in più rispetto un anno fa. Le famiglie italiane cercano babysitter affidabili, disponibili e pazienti: queste sono le 3 parole più importanti al momento della selezione rilevate dal sondaggio. Sono disposte a pagare, nella maggior parte dei casi, tra gli 8 e i 10 euro all’ora per il servizio di babysitting; il 13% è comunque aperto ad una negoziazione. Il costo, secondo i genitori, deve variare in base all’esperienza delle babysitter (per il 67% delle risposte), alle referenze (33%), all’età della babysitter (19%), alle lingue parlate o se in possesso di certificazioni di primo soccorso, (18%). In orario serale o nel week end il compenso potrebbe aumentare per il 14% degli intervistati. Dall’altra parte, le babysitter italiane ambiscono ad una tariffa oraria che cambia da nord a sud della penisola, come si evince dai risultati. Per esempio, a Roma, Torino e Milano la richiesta media delle babysitter varia dagli 8 ai 10 euro all’ora, a Napoli e Palermo dai 6 agli 8 euro l’ora. Le babysitter italiane sognano di trovare una famiglia affidabile, che dia loro rispetto e fiducia. In Olanda, invece, le babysitter danno maggiore importanza al trovarsi bene coi i genitori, al collaborare con una famiglia che abiti a breve distanza dal proprio domicilio e al potersi divertire lavorando. AGIPRESS