DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

4 Agosto 2022

Dagli alberi, materassi in lattice biodegradabili ricercati in tutto il mondo

Cosଠla startup Kipli contro sprechi e inquinanti.

AGIPRESS – Secondo una recente ricerca di Bva Doxa, “Gli italiani e la sostenibilità : l’arredamento della casa, il dormire e i materassi”, in collaborazione con Kipli, start-up apripista del mercato della casa naturale in Europa, gli italiani sono sempre più attenti all’ambiente e alla sostenibilità delle proprie abitudini di consumo, anche nell’arredamento della propria casa. Quasi la totalità degli italiani (il 99%) afferma di adottare comportamenti sostenibili che vanno anche oltre alla semplice raccolta differenziata “ fatta abitualmente dal 93% “ e dimostra una particolare sensibilità verso comportamenti legati sia alla durata dei prodotti che acquista sia all’attenzione per i materiali. In particolare, più della metà (il 51%) cerca di limitare l’acquisto di prodotti di scarsa qualità , con 6 italiani su 10 che acquistano oggetti per la casa tenendo in considerazione la sostenibilità dei materiali e 9 italiani su 10 (89%) che curano la qualità e durata dei materiali per l’arredamento di casa. Allo stesso tempo è noto che il 90% dei materassi commercializzati in Europa oggi sono totalmente sintetici e creati a partire dal poliuretano, un materiale decisamente inquinante derivante dalla plastica che non può essere smaltito e che finisce inevitabilmente in discarica. Kipli, la startup lombarda fondata da Davide Ballotta, 35 anni, e Antoine Loredo, 32 anni, risponde provando a rivoluzionare in tutta Europa il modo di abitare delle persone proponendo prodotti per la casa 100% sostenibili, soluzioni alternative in un mercato ancora popolato da produttori di materiali chimici e sintetici. Produrre materassi realizzati interamente in lattice naturale, sostanza totalmente vegetale prodotta dalla pianta dell’Hevea Brasiliensis, che permette di creare un materasso confortevole, dalla massima traspirabilità , totalmente naturale e quindi completamente biodegradabile, è stato l’obiettivo di Davide quando nel 2018 ha preso le redini dell’azienda di famiglia, avviata dallo zio Mario a Misinto (MB), che ha tradotto nell’idea di aprire una fabbrica di materassi elastici, durevoli, ma soprattutto a impatto zero. Davide all’epoca era uno studente di ingegneria. Quando nel 2018 lo zio viene a mancare, Davide, che all’epoca aveva 33 anni, decide di proseguire la tradizione di famiglia ripensando in chiave innovativa l’azienda: oggi Kipli è un e-commerce conosciuto soprattutto all’estero, che ha mantenuto la produzione nella fabbrica in Lombardia, a Caronno Pertusella, ancora oggi una tra le poche in Europa capaci di realizzare materassi in lattice naturale. In soli 4 anni la start-up raggiunge 10 milioni di euro di fatturato e può contare oggi su 23 dipendenti, con un’età media di 28 anni.

“La nostra salute dipende da una moltitudine di fattori – in primis stress, stile di vita e alimentazione – ma anche dalla qualità del nostro sonno, a partire dal sistema-letto, ossia l’insieme di cuscini, materasso e doghe su cui dormiamo” spiega Davide, e continua: “Un buon materasso deve avere la capacità di respirare per mantenere costante la nostra temperatura corporea. Molti prodotti purtroppo sono prodotti in poliuretano, derivato della plastica può prendere diversi nomi accattivanti, come memory foam, schiuma tecnica e altri appellativi che portano ad acquistare prodotti apparentemente sostenibili, ma che in realtà nascondono materiali altamente nocivi per la salute e l’ambiente. A confermarlo è anche lo studio israeliano “Volatile Organic Compound Emissions from Polyurethane Mattresses under Variable Environmental Condition”, un’indagine che Kipli ripropone in Italia per la prima volta con il supporto dell’Università di Bari, guidata da Gianluigi de Gennaro, Docente di Chimica dell’Ambiente, insieme al Corso di Laurea in Scienze Ambientali di Taranto e del Dipartimento di Biologia dell’Università degli Studi di Bari Aldo Moro. Lo studio, appunto, conclude che i materassi in poliuretano, se testati in condizioni reali, sono un’importante fonte di emissioni di COVs, causate dalla diffusione delle sostanze volatili dall’interno alla superficie dei materiali e quindi dall’evaporazione delle stesse nell’aria. “In più “ denuncia Davide – per la produzione di poliuretano viene utilizzata una quantità elevata di energia, il processo di decomposizione può durare anche 500 anni e la sua cosiddetta resilienza è inferiore a quella di alcune materie naturali, al contrario del lattice naturale, che oltre a essere biodegradabile è tra i materiali più confortevoli e tra i più rinnovabili, con alte caratteristiche di traspirabilità e privo di elementi tossici e trattamenti chimici.

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