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7 Luglio 2022

La mostra dell’artista toscano Gianni Lucchesi “FATAL ERROR” a Volterra

Dal 15 luglio al 30 settembre nella Prima Città Toscana della Cultura 2022, un crash inaspettato che fa perdere l’equilibrio.

AGIPRESS – In un mondo sempre connesso cosa succede quando il sistema si blocca irreversibilmente? E un messaggio improvviso comunica una chiusura inaspettata? Tra le luci e le ombre dei sotterranei della Pinacoteca di Palazzo Minucci Solaini, a Volterra, Fatal Error di Gianni Lucchesi, a cura di Carlo Alberto Arzelà con i testi di Nicolas Ballario, è uno degli eventi di Volterra Ri/Generazione Umana, Prima Città Toscana della Cultura 2022, un grande progetto di cultura partecipativa con le eccellenze e le specificità del territorio che ha fatto della rigenerazione umana il senso della propria proposta sociale e culturale. Fatal Error, conduce il visitatore dentro la propria, per lo più inconsapevole, dissociazione. E’ tecnicamente il crash inaspettato. Il visitatore avrà l’opportunità di guardarsi indietro e cosଠanche di guardare avanti, di perdere l’equilibrio da tante prospettive diverse e avrà l’occasione di riconoscere le proprie distorsioni quotidiane. Le opere, tutte destabilizzanti, sono espressione del rischio costante che l’uomo vive, tra continue connessioni e disconnessioni. Fatal Error, infatti, è un percorso di presa di coscienza sul filo dell’assurdo. Perché convivere con le incongruenze della nostra società a volte sembra quasi un gioco da bambini, uno scherzo, e invece spesso si rivela un crash, un errore fatale. Il Lighting Project di Davide Groppi è parte integrante della mostra. I commenti sonori che accompagnano parte delle installazioni sono a cura del sound designer Andrea Salvadori.

IL PERCORSO DI MOSTRA – L’esposizione di Gianni Lucchesi si apre con Intermundia, letteralmente ˜fra i mondi’, nella filosofia epicurea il vuoto dove abitano eternamente gli dei nel loro stato di atarassia e aponia che li porta a non interessarsi delle cose terrene. Nell’installazione un uomo tende una mano davanti a sé con l’intento di toccare qualcosa che non comprende, una sorta di placenta. “Con Intermundia volevo applicare questa metafora visiva al rapporto distorto, e in alcuni casi compulsivo che l’uomo vive con la propria dimensione virtuale “ racconta Gianni Lucchesi – un metaverso, uno sdoppiamento della persona attraverso il quale l’individuo rischia una sorta di derealizzazione”. La visita prosegue attraverso OPS (Il gioco della cavallina). La piccola scultura in bronzo su una lunga lama, sospesa nello spazio, raffigura un individuo che gioca al salto della cavallina con sé stesso. L’opera è una metafora di una dinamica psicologica diffusa: chi non ha mai giocato sul filo di un rasoio spingendosi fino all’estremo con spensieratezza e l’incoscienza? Il visitatore arriva, poi, nella sala che ospita Paesaggio Volterrano un dipinto realizzato a tempera su tavola che mostra una riproduzione in scala della Deposizione dalla croce di Rosso Fiorentino realizzata nel 1521 ed attualmente in fase di restauro all’interno delle sale della Pinacoteca di Volterra. La personale rivisitazione di Gianni Lucchesi di un dipinto caratterizzato da una forte esplosione emotiva vede la sottrazione formale e metaforica dei personaggi che compongono il dipinto originale. “La Sottrazione dei soggetti dalla Deposizione può provocare sensazioni diverse a seconda del tipo di fruitore “ spiega Gianni Lucchesi – per gli osservatori abituati a guardare l’arte e che conoscono l’opera originale il crash è assicurato, l’assenza diventa stridente, disarmante e forse accompagnata da smarrimento”. L’esposizione si chiude con Conflitto interiore (omaggio al Gruppo Superstudio), una piccola scultura in bronzo, installata all’interno di uno spazio composto da vetri riflettenti che si moltiplica infinitamente grazie all’utilizzo della luce. L’opera, omaggio agli spazi infiniti del Gruppo Superstudio, raffigura un uomo con in mano una pistola che spara alla propria immagine riflessa. Un cortocircuito che l’individuo pratica inconsapevolmente e, come diceva il filosofo cinese Sun Tzu, “il conflitto è componente integrante della vita umana, si trova dentro di noi e intorno a noi”.

“Il progetto Fatal Error è figlio del progetto di mostra Out there, tenutasi a Milano Lambrate nel 2021 e curata da Nicolas Ballario in cui le opere avevano come tema principale il rapporto dell’uomo con la percezione dei grandi problemi legati al clima e al pianeta” sottolinea l’artista toscano. “A Volterra presento quattro opere in cui approfondisco forme di distorsione percettive della realtà , il crash è la conseguenza, l’errore è il comportamento che determina il crash. Fatal Error è dunque un percorso di presa di coscienza, sul filo dell’assurdo. Convivere con le incongruenze della nostra società a tratti sembra quasi un gioco da bambini, uno scherzo, e invece spesso si rivela un errore fatale” conclude Gianni Lucchesi. “Fatal Error è l’arresto improvviso del sistema, un punto drammatico irreversibile dove tutti i dati vengono irrimediabilmente persi “ dichiara il curatore della mostra Carlo Alberto Arzelà – Lucchesi, lancia un grido sommesso, dove la rigenerazione umana, tema di Volterra22, sembra dover necessariamente passare attraverso un limite di non ritorno sul quale tutti ci stiamo irrimediabilmente affacciando. L’unica soluzione possibile alla quale siamo destinati resta il reset del sistema?”. AGIPRESS

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