La testimonianza della mamma di un paziente seguito all’Azienza Ospedaliero Universitaria di Careggi.
AGIPRESS – FIRENZE – Nuovo straordinario intervento multidisciplinare che ha permesso, in narcosi e nell’ambito della stessa seduta, prestazioni specialistiche diverse con riduzione del disagio per il paziente. Si è realizzato nell’Azienda Ospedaliero Universitaria Careggi per un paziente seguito dalla SOD di Odontoiatria Speciale diretta dal dott. Franco Amunni nell’ambito del percorso regionale PASS dedicato agli utenti con bisogni speciali. L’Equipe multidisciplinare, coordinata dal Project Manager PASS dell’Azienda dott.ssa Angelamaria Becorpi, ha permesso la realizzazione di una sequenza di interventi di chirurgia orale, di tipo oculistico, di tipo ortopedico e di valutazione cardiologica, percorso organizzato in perfetta sequenza dal Coordinamento organizzativo del comparto operatorio del CTO.
“Ciò è stato possibile “ ha spiegato Maria Teresa Mechi Direttore Sanitario AOU Careggi – grazie alla collaborazione stretta del team di specialisti che, dopo aver accolto il paziente e permesso al familiare di accompagnarlo nella prima parte del percorso, ha provveduto alla sedazione per poi condurlo in tranquillità nelle sale chirurgiche del CTO e procedere alla serie di interventi. Un ulteriore tassello nell’ambito del programma PASS a Careggi, dove nel corso degli ultimi anni sono stati numerosi gli interventi multidisciplinari per pazienti con disabilità intellettiva, motoria, sensoriale, che hanno permesso di poter intervenire, con un unico accesso, a più prestazioni contemporaneamente”.
“Il gruppo di operatori formati e specializzati è in continua crescita – ha spiegato la dott.ssa Angelamaria Becorpi – e arricchisce sempre di più il team multidisciplinare del percorso PASS di Careggi che segue pazienti con bisogni speciali in ogni branca specialistica”. “Questo nuovo caso “ ha spiegato il dott. Marco Duvina che ha coordinato l’attività svolta in sala operatoria dai diversi professionisti “ è una ulteriore conferma di come l’interdisciplinarietà e la collaborazione fra i diversi professionisti sia condizione necessaria per la gestione di casi complessi come quello trattato. A Careggi la SOD di Odontoiatria Speciale si occupa da anni dei pazienti con bisogni speciali e medicalmente compromessi affrontando problematiche complesse, questo le ha consentito di svolgere un ruolo di primo piano nell’ambito del progetto PASS della Regione Toscana”. Nell’ambito del percorso PASS un ruolo essenziale è svolto dai facilitatori, un team di figure professionali adeguatamente formate, che rappresentano la necessaria cerniera fra pazienti, familiari, caregiver e struttura ospedaliera. Coordinatrice regionale dei facilitatori è la dott.ssa Valentina Tucci, Case Manager AOU Careggi.
LA TESTIMONIANZA della mamma del ragazzo che ha subito con esito positivo la serie di interventi.
Come si è arrivati all’intervento multidisciplinare? “Sono mamma di un ragazzo con disabilità intellettiva non collaborante e a seguito di una infiammazione su un occhio siamo dovuti intervenire attraverso il percorso PASS. Per noi genitori, ma soprattutto per nostro figlio, è stato importantissimo perché da lଠsi è aperto un percorso di attenzioni e interventi specifici che ha permesso con una sola anestesia totale di effettuare tre interventi”.
Come ha vissuto quei momenti come genitore? È stato straordinario poter accompagnare mio figlio fino alla sala operatoria tenendogli la mano. Abbiamo atteso la conclusione degli interventi, poi quando si stava per risvegliare dall’anestesia, io ero lଠcon lui, che, appena svegliato, mi ha guardato e si è sentito tranquillo. A quel punto mi sono emozionata, ho gioito. Noi genitori siamo stati coccolati da tutto il personale che ci ha accolto con grande attenzione. Tutte le nostre ansie si sono dissolte, le emozioni provate da me e mio marito sono state uniche perché vedevamo che chi si prendeva cura di nostro figlio era personale altamente specializzato e coordinato per affrontare i tre interventi che altrimenti non si sarebbero potuti realizzare.
E suo figlio? In tutto questo percorso clinico complesso e articolato, mio figlio non ha dato segni di sofferenza, ma secondo noi ha vissuto il tutto senza traumi, perché, in fondo, è come se le coccole fossero arrivate anche a lui.
Come se l’è cavata con gli strumenti informatici? Prima di questi eventi, avevamo conoscenza del percorso PASS, all’inizio avevamo avuto un po’ di difficoltà nell’accesso al portale con tessera sanitaria o Spid, ma ci siamo resi conto che dopo un piccolo sforzo iniziale è stato di grande aiuto descrivere i bisogni speciali di nostro figlio e registrarli sul portale. Questo è risultato uno strumento fondamentale perchè i clinici in qualsiasi momento possono consultare la situazione del paziente.
Cosa è il PASS per lei? Mi auguro che il PASS possa essere conosciuto il più possibile perché è una grande opportunità per le famiglie, è la soluzione giusta per impostare il percorso più adatto per i nostri ragazzi e dare più tranquillità alle famiglie. Un’ospedalizzazione veloce non è possibile, con i nostri ragazzi ci vogliono tante attenzioni in più, anche per fare un semplice esame. Tre interventi, una sala operatoria, una sola anestesia: in due ore è stato fatto tutto, ringrazio tutti con il cuore.
IL MODELLO ORGANIZZATIVO E ASSISTENZIALE – PASS individua gli accorgimenti da adottare per i “bisogni speciali” della persona: dalle caratteristiche del comportamento alle capacità di comprensione, dalle difficoltà nella sfera sensoriale a quelle nella mobilità . Pone attenzione agli ambienti e agli arredi, e all’impiego di personale con adeguata formazione e con competenze specifiche. Per accedere al percorso è possibile registrarsi all’interno della piattaforma www.toscanaaccessibile.it/pass, descrivere i bisogni speciali delle persone con disabilità e rendere disponibile l’informazione al sistema sanitario regionale. È possibile farlo in pochi minuti rispondendo ad un semplice questionario e, nei casi di disabilità complesse, è prevista la possibilità di prenotare una prestazione ambulatoriale presso uno dei 14 ospedali individuati. Un “facilitatore” e una “équipe dedicata” si prendono cura dei soggetti più complessi. Fare una visita specialistica o un accertamento diagnostico, per chi ha una disabilità , non può e non deve essere più un percorso ad ostacoli.
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