DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

28 Maggio 2013

LAVORO – Se non paga entro 20 giorni, fermo amministrativo per un imprenditore agricolo del senese.

L’Unione Provinciale Agricoltori di Siena contro i consorzi di bonifica “Metodi di riscossione che vanno a vessare gli imprenditori con quella che si potrebbe definire una patrimoniale”

AGIPRESS “ L’Unione Provinciale Agricoltori insorge contro i consorzi di bonifica ed i metodi “vessatori” utilizzati con gli imprenditori agricoli. L’occasione è offerta dal caso di un imprenditore di Castellina in Chianti che ha 20 giorni di tempo per pagare la cartella esattoriale di Equitalia, pena la procedura del fermo amministrativo di un veicolo della sua azienda agricola. “Il Consorzio di Bonifica Toscana Centrale pretende il pagamento di una non indifferente cifra. Il tutto mentre è in atto un ricorso alla Commissione tributaria di competenza proprio contro questa pretesa che il Consorzio avanza nei confronti dell’azienda agricola”, dicono dall’Unione. Nello specifico il Presidente Alessandro Cinughi de Pazzi commenta: “Confagricoltura ritorna ancora una volta alla carica per portare alla luce le problematiche degli agricoltori legate al Consorzio di Bonifica Toscana Centrale che continua ad imporre tributi anche in assenza di benefici diretti ai consorziati, come impone la legge».

L’imprenditore agricolo, ricevuta la prima cartella di pagamento ha fatto subito ricorso alla Commissione tributaria, ma dopo un anno il ricorso non è stato ancora discusso e tanto meno calendarizzato. Ovvero non è stata nemmeno fissata la data della discussione. Questo è quanto emerge dal resoconto dei fatti redatto dall’Unione. «Ci saremmo aspettati – spiega Alessandro Cinughi de Pazzi – che in attesa di tale legittimo parere della Commissione tributaria, il pagamento fosse sospeso. L’azienda, invece, si è vista arrivare una intimazione a pagare entro 20 giorni, pena il fermo amministrativo di un mezzo aziendale. Soprattutto in un momento in cui le aziende agricole continuano a combattere in maniera dura per mantenere il lavoro e relativi posti, oltre a tutelare il territorio dove operano”.

Il pagamento di un contributo come quello imposto dai Consorzi di bonifica – conclude Alessandro Cinughi de Pazzi – avrebbe un senso se gli agricoltori sapessero che i soldi versati sono utilizzati per le imprese. Si vorrebbe sapere come questi soldi vengono spesi a fronte di quanto preteso. Perché alcune aree pianeggianti della provincia di Siena quando piove finiscono sempre e comunque sott’acqua”.

Agipress

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