Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) spiega perchè.
AGIPRESS – ROMA – Quello dalla riapertura delle scuole è uno dei temi più delicati e discussi in questo periodo, anche perchè condizionerà l’organizzazione della quotidianità di tante famiglie. Il Centro europeo per la prevenzione e il controllo delle malattie (ECDC) pone tra gli organici degli istituti per il controllo sanitario l’infermiere scolastico, figura già istituita per legge in Spagna, diffusa regolarmente negli Stati Uniti e comune a molti altri paesi europei. L’Istituto superiore di Sanità , dal suo canto, prevede che, ferme restando le competenze di diagnosi e cura dei medici, sia identificato un referente scolastico per il Covid-19 adeguatamente formato, che tenga un registro degli eventuali contatti tra alunni e/o personale di classi diverse, richieda la collaborazione dei genitori per misurare ogni giorno la temperatura del bambino e segnali eventuali assenze per motivi di salute riconducibili al Covid-19. E lo identifica dal punto di vista della salute anche tra assistenti sanitari, infermieri, medici presenti nei dipartimenti di prevenzione con il compito, in collegamento funzionale con i medici curanti degli alunni, di supportare la scuola e i medici curanti per le attività del protocollo per l’assistenza a scuola. Il referente farà da riferimento per un contatto diretto con il dirigente scolastico o un suo incaricato (referente scolastico per COVID19) e con il medico che ha in carico il paziente.
“Domani “ spiega Barbara Mangiacavalli, presidente della Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI) – il ministro della Salute Roberto Speranza parteciperà a una Conferenza internazionale promossa dall’Oms Europa che ha all’ordine del giorno proprio la riapertura delle scuole. L’obiettivo è dare indicazioni su procedure che potranno essere condivise, al di là delle differenti situazioni dei Paesi dell’Unione. In questo ambito valgono le considerazioni dell’ECDC e il modello disegnato dall’ISS. E la nostra Federazione assicura la massima collaborazione alle istituzioni per consentire una riapertura in sicurezza delle scuole”.
La proposta della FNOPI è dotare ogni istituzione scolastica (la sede principale della scuola: in Italia sono poco meno di 9mila e raccolgono i circa 57mila istituti di istruzione statali e parificati del Paese) di un infermiere scolastico con un ruolo proattivo rispetto alla salute degli alunni. Un infermiere che di fatto c’è già : è l’infermiere di famiglia e comunità . In sostanza l’infermiere scolastico, in questa veste, sarà presente nei plessi e potrà agire proattivamente e non solo su chiamata per verificare la corretta applicazione delle misure anti-COVID, ma anche la salute e i bisogni assistenziali degli alunni (e del personale docente) non-COVID (in Italia ci sono circa 246mila alunni con disabilità che necessitano di assistenza), allertando e attivando in caso di necessità il medico del dipartimento di prevenzione a cui il plesso scolastico fa riferimento. La funzione dell’infermiere scolastico cosଠorganizzato non è un nuovo ruolo da inserire, ma una componente di quello dell’infermiere di famiglia e comunità introdotto dal Patto per la Salute e dal decreto Rilancio, proprio per la caratteristica di “comunità ” delle scuole. Oltre all’assistenza, coordina e supervisiona le persone che fanno parte della rete assistenziale della comunità , opera in sinergia con le organizzazioni, i Mmg e gli altri professionisti, collabora con il medico di medicina generale, con i professionisti di servizi socioassistenziali e il volontariato, progetta e attiva iniziative di promozione della salute, applica strategie e metodi educativi a gruppi di persone, per il miglioramento di abitudini e stili di vita e per il self-management. “L’infermiere scolastico “ aggiunge Mangiacavalli – promuove la salute: aiuta gli individui ad avere i mezzi e le conoscenze per un maggior controllo sul loro livello di salute. Avere un professionista infermiere a scuola garantisce il rispetto dei diritti di tutela alla salute e diritto allo studio; trasmette una maggiore sicurezza ai genitori che vedono preso in carico globalmente il proprio figlio e si riduce l’assenteismo dovuto alla somministrazione delle terapie”. “Secondo l’ American Academy of Pediatrics “ aggiunge – gli infermieri scolastici moderni, valutano i problemi di salute, assistono gli studenti con speciali esigenze di assistenza sanitaria, partecipano alla gestione delle emergenze e delle situazioni urgenti, gestiscono lo screening sanitario, l’immunizzazione e la segnalazione di malattie infettive, identificano e gestiscono i bisogni di assistenza sanitaria cronica”. “Inoltre, gli infermieri scolastici “ conclude Mangiacavalli – sono i principali operatori sanitari per gli studenti che vivono in aree rurali e disagiate a cui manca l’accesso all’assistenza sanitaria e svolgono un ruolo fondamentale nella comunità per identificare bisogni sanitari insoddisfatti e favorire la relazione tra salute e istruzione”.
Agipress