17 Maggio, IX Giornata Mondiale contro l’Ipertensione Arteriosa. In Toscana un centro all’avanguardia e di sperimentazione
AGIPRESS – Smuovere le coscienze e orientarle verso una corretta prevenzione della patologia cardiovascolare. Questo l’obiettivo e le raccomandazioni della SIIA Società Italiana per l’Ipertensione Arteriosa che la IX Giornata Mondiale contro l’Ipertesione Arteriosa ha fatto propri con lo slogan “Controlla la tua pressione e il tuo battito cardiaco”.
Per la sua nona edizione, grazie al prezioso supporto della Croce Rossa Italiana, saranno allestite in tutto il territorio nazionale numerose postazioni mediche per dare l’opportunità a tutti i cittadini di effettuare il controllo gratuito della pressione.
Inoltre, sarà possibile eseguire gli accertamenti anche presso gli Ambulatori ed i Centri Ospedalieri specializzati messi a disposizione per la giornata e in tutte le Farmacie aderenti all’iniziativa.
Per sensibilizzare l’opinione pubblica sul tema dell’ipertensione arteriosa e delle patologie ad essa correlate, in ognuna di queste sedi sarà possibile ritirare del materiale informativo e divulgativo sui rischi causati dalle cattive abitudini e su un corretto stile di vita, e ricevere indicazioni importanti su come effettuare in modo corretto la rilevazione della pressione a casa propria.
L’obiettivo della Giornata è quello di diffondere un messaggio sociale sull’importanza di tenere sotto controllo i valori pressori, imparando anche a conoscere i sintomi della condizione ipertensiva, per una prevenzione che parta dalla consapevolezza che con alcuni accorgimenti è possibile limitarne consistentemente i danni.
L’ipertensione arteriosa è la principale causa di malattie cardiovascolari come infarto del miocardio, ictus cerebrale e scompenso cardiaco. In Italia è presente in circa il 30% della popolazione adulta e, nonostante la disponibilità di terapie efficaci per la grande maggioranza dei casi, solo un paziente iperteso su quattro segue una terapia adeguata.
In Toscana La Fondazione Toscana Gabriele Monasterio di Pisa – voluta e creata dal CNR e dalla Regione Toscana quale centro di eccellenza nel trattamento delle patologie cardiopolmonari- ha sperimentato una nuova procedura, ancora poco utilizzata in Italia: la denervazione simpatica renale per quei pazienti affetti da ipertensione arteriosa resistente ai farmaci. A distanza di 4 mesi dal coinvolgimento di tre pazienti resistenti ai farmaci e che quindi rischiano eventi cardiovascolari tre volte superiore rispetto alla media, il gruppo guidato dal dr. Sergio Berti, Responsabile di Cardiologia Interventistica, dispone oggi di dati che confermano i benefici clinici della procedura. Questa procedura mininvasiva si basa sul legame tra nervi renali del sistema nervoso simpatico e la pressione arteriosa e prevede l’inserimento di un catetere all’interno dell’arteria renale che, erogando energia a radiofrequenza, interrompe la conduzione delle terminazioni nervose coinvolte nella regolazione della pressione arteriosa.
Si aprono dunque prospettive nuove e positive per il futuro di tutti quei pazienti affetti da questa patologia e resistenti ai farmaci (fino al 10% delle persone che soffrono di ipertensione arteriosa) e che quindi sono a rischio di infarto miocardico, ictus cerebrale e insufficienza renale.
Il sistema è stato utilizzato su tre pazienti affetti da ipertensione resistenti a più di tre farmaci antiipertensivi e le procedure sono state eseguite presso il laboratorio di emodinamica. I dati clinici preliminari del sistema dimostrano che è sicuro ed efficace. Lo studio, denominato “EnligHTN I”, ha dimostrato che si ottiene una riduzione della pressione sistolica media di 22 punti pochi giorni dopo la procedura e di 26 punti a 60 giorni dall’intervento.
La riduzione della pressione è fondamentale dal momento che il rischio di un evento cardiovascolare si riduce del 50% ogni 20 punti di decremento della pressione sanguigna. A distanza di 1 mese dalla procedura di denervazione renale, il primo paziente è passato da valori di pressione arteriosa 160/95 mmHg a valori 135/80 mmHg, mentre il secondo paziente, che prima della procedura aveva una pressione media durante le 24 ore di 164/100 mmHg con picchi fino a 195/105 mmHg, ha registrato a distanza di 1 mese, valori di 135/82 mmHg con una riduzione della terapia antipertensiva. Il terzo paziente, infine, dopo 1 mese dall’intervento, ha mostrato una riduzione dei valori sistolici di pressione arteriosa di 20 mmHg rispetto ai valori al momento del ricovero.
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