Secondo il Presidente Nico Gronchi al Governo è mancato coraggio.
AGIPRESS – FIRENZE – Da Confesercenti Toscana il grido di allarme a seguito delle “non riaperture” previste dal DPCM del 26 aprile: “Vogliamo riaprire il tempo delle parole è finito, il prolungamento del lockdown costerà altri 10 miliardi di fatturato alle imprese”. Dopo quasi due mesi di interruzione delle attività commerciali la situazione rischia di collassare. Nico Gronchi, Presidente di Confesercenti Toscana, spiega che nel Governo è mancato il coraggio, ed elenca in quali aspetti: nel non riaprire tutte le attività economiche in grado di rispettare le prescrizioni sanitarie, nel non agire su base regionale perché la situazione non è uguale in tutta Italia, nel non ammettere che un milione di nuovi poveri in due mesi sono una catastrofe, nel non aprire il commercio al dettaglio tutto insieme, nel non limitare la libertà dei prefetti di autorizzare quello che vogliono, nel non dire con chiarezza che se non ti faccio riaprire, lo stato si carica di sostenere l”azienda e il reddito.
E cosଠConfesercenti chiede al Presidente del Consiglio Giuseppe Conte chiarezza, sottolinea l’esigenza di voler riaprire subito dal 4 maggio tutto il commercio al dettaglio con protocolli immediati per la riapertura per tutti gli altri settori chiedendo un incontro urgente alla Regione Toscana che sostenga percorsi di apertura anticipata rispetto alle insostenibili ipotesi sul tavolo. Sul turismo poi, si chiede di riconoscerlo come settore più colpito, strutture ricettive, agenzie di viaggio, stabilimenti balneari, ristoranti, bar, guide turistiche ed ambientali ed altro sono pronti a fornire i propri servizi in sicurezza. “Dobbiamo trovare delle soluzioni per coniugare salute e ripartenza, altrimenti l’emergenza sanitaria diventerà una catastrofe economica paragonabile ad una guerra” ha affermato il Presidente Gronchi – “e chiediamo a Politica, Istituzioni, Regione, Comuni e tutte le imprese di condividere il nostro appello: apertura immediata per tutte le categorie del commercio (come abbigliamento, accessori, calzature ecc) che possono rispettare le attuali normative di sicurezza, distanza, dispositivi di sicurezza e procedure per la messa a norma dei locali, come già accade per tutte quelle tipologie già oggi autorizzate a operare, quali alimentari, ottici, elettronica, cartolerie abbigliamento per bambini fiorai ed altro ancora; attivare immediatamente protocolli comportamentale e procedurali per quelle tipologie di attività che per loro natura necessitano di adempimenti specifici quali ristorazione, mercati, fiere, parrucchieri ed estetiste, il tutto teso ad un’apertura da realizzarsi da oggi a pochi giorni; sostegno diretto con interventi a fondo perduto da parte dello Stato per sostenere le imprese e il reddito di tutti quei settori che non possono o non potranno ripartire subito. “Le attività commerciali, artigianali e di servizio di vicinato, cosଠcome i mercati ambulanti, rappresentano un punto di riferimento sicuro, proprio perché di prossimità , e possono riaprire in tutta sicurezza, rispettando i protocolli che abbiamo condiviso e sottoscritto. A tal proposito, ipotesi specifiche categoria per categoria, sono già state consegnate al Governo e alla Regione”. “C’è l’assoluta necessità , ha poi concluso Gronchi, che il 4 maggio sia una sorta di d-day della categoria, perché continuare, di contro, sulla strada tracciata dall’ultimo DPCM significherebbe un prolungamento della attuale situazione, passando da un’emergenza sanitaria ad una più che probabile catastrofe economica con conseguenze inimmaginabili. In gioco c’è la dignità e la vita delle nostre imprese ed il posto di lavoro di milioni di persone”.
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