Dal 30 marzo 2014 in esposizione a Mumbai la replica di qualità museale della Porta del Paradiso e dei primi pannelli della Porta Nord del Battistero di Firenze, che sostituiranno l’originale a Firenze
AGIPRESS – FIRENZE – Parte dal museo “Dr. Bhau Daji Lad Mumbai Museum” la mostra “Florentine Renaissance: the city as the crucible of Culture“, non solo un tributo all’arte e alla cultura fiorentina, ma soprattutto la dimostrazione di come attraverso l’arte sia possibile condividere valori universali, a Firenze come a Mumbai.
La mostra, curata da Mons. Timothy Verdon, Direttore del Museo dell’Opera del Duomo di Firenze e Presidente del Comitato scientifico della onlus Guild of the Dome e da Gerhard Wolf, Direttore del Kunsthistorisches Institute, insieme a Tasneem Zakaria Mehta, Direttore del Museo, è stata fortemente voluta e promossa da Niraj Bajaj, imprenditore noto per applicare la filosofia gandhiana al business, uno dei primi soci fondatori di Guild of the Dome, l’associazione il cui primo progetto è stato proprio quello legato al restauro della Porta Nord del Battistero Fiorentino e la produzione della replica di qualità museale e in dimensione originale dei pannelli in mostra a Mumbai. Un’importante iniziativa privata a favore della collettività , che riporta ai giorni nostri lo spirito corporativo fiorentino che si manifesta oggi nel progetto sul Battistero di San Giovanni, parte del complesso monumentale di Santa Maria del Fiore, il più grande al mondo curato dai privati dal 1296 dall’Opera del Duomo di Firenze.
MOSTRA – In particolare, dal 30 marzo al 3 giugno 2014 il BDL Museum ospiterà : la replica di qualità museale e in grandezza originale, in bronzo dorato, della Porta del Paradiso di Lorenzo Ghiberti; le repliche dei primi otto pannelli della Porta Nord, sempre del Ghiberti, che andranno a sostituire l’originale attualmente in corso di restauro, le repliche in bronzo delle quattro figure alla base del Perseo di Benvenuto Cellini, una delle statue più famose a Firenze; una selezione di fotografie di Firenze e della Piazza della Cattedrale. Tutti i restauri sono stati condotti grazie al finanziamento di Guild of the Dome. Il lavoro di restauro è in corso presso l’Opificio delle Pietre Dure di Firenze, lo stesso che ha completato il restauro della “Porta del Paradiso”, e ha già rivelato la doratura originale, insospettata e inattesa per qualità e lucentezza oltre che per le superfici interessate.
L’ASSOCIAZIONE GUILD OF THE DOME – La mostra sarà l’occasione per presentare all’estero, prima a Mumbai poi a New Dehli e infine a New York, la testimonianza dell’ambizioso progetto di Guild of the Dome, associazione non profit nata nel 2012 a Firenze da un gruppo di personalità da tutto il mondo, che offrono fondi e impegno a supporto di progetti artistici ma non solo, per valorizzarli e promuoverli globalmente. L’intento è quello di far diventare queste opere un patrimonio sociale e culturale a livello mondiale, in grado di avvicinare popoli e culture diverse e geograficamente lontane tra loro. Il primo importante intervento della Guild è iniziato proprio nel 2012 sul Battistero di Santa Maria del Fiore con l’obiettivo record di sostituire entro la fine del 2014 la Porta Nord originale, che sarà allora esposta presso il Museo dell’Opera.
I COMMENTI – A pochi giorni dall’inaugurazione della mostra, Niraj Bajaj, Presidente di Mukand Limited (Bajaj Group), erede del quinto figlio adottivo di Ghandi a cui si ispira la sua azione di filantropo sia nel contesto lavorativo che sociale, ha dichiarato: “Mi sono appassionato subito al progetto e ho volentieri contribuito all’organizzazione di questa prima esposizione a Mumbai che è perfettamente coerente con lo spirito di Guild of the Dome e di noi soci, animati dal desiderio comune di mettere a disposizione di un pubblico globale le grandi opere culturali, sociali, artistiche, scelte e valorizzate dall’Associazione per veicolare importanti valori universali”. Continua Enrico Marinelli, Presidente di Guild of The Dome: “Siamo grati al nostro socio Bajaj per averci offerto la possibilità di mostrare al pubblico internazionale il frutto di un lavoro che utilizza le più moderne tecnologie a supporto dell’altrettanto fondamentale manualità dei nostri artigiani fiorentini presso l’Opificio delle Pietre Dure e la fonderia della Galleria Frilli, per ottenere delle precise repliche di qualità museale dei pannelli del Ghiberti”.
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