Ad Arezzo circa duemila Sindaci presenti all’assemblea nazionale Anci. Nel Consiglio nazionale entrato per la prima volta, fra i toscani, anche Pierandrea Vanni, sindaco di Sorano e componente il direttivo regionale di Anci.
AGIPRESS – AREZZO – Quasi duemila sindaci che hanno “invaso” il Centro Congressi e Fiere di Arezzo per tre giorni alla presenza del Capo dello Stato, del Presidente del consiglio, di una decina di ministri e del presidente della Camera. Davvero un grande evento l’assemblea nazionale dell’Anci e soprattutto, la riproposizione con forza delle istanze dei Comuni, piccoli e grandi: basta tagli, basta burocrazia, basta considerarci la periferia dello Stato. L’assemblea ha rieletto all’unanimità presidente nazionale il sindaco di Bari Antonio Decaro e presidente del consiglio nazionale l’ex sindaco di Catania Enzo Bianco. Nel nuovo consiglio nazionale è entrato per la prima volta, fra i toscani, anche Pierandrea Vanni, sindaco di Sorano e componente il direttivo regionale di Anci, a cui abbiamo posto alcune domande.
Vanni che cosa significa questa nomina per il sindaco di un piccolo comune? “Da un lato significa un impegno in più, dall’altro la possibilità di dare visibilità e valorizzare Sorano e di portare in una sede autorevole i suoi problemi che sono in gran parte quelli dei piccoli comuni italiani”.
Come è lo stato di salute dei piccoli comuni? “Pessimo e lo hanno ricordato bene sia il presidente nazionale di Anci Decaro nella sua relazione, di grande spessore, che il Capo dello Stato. In genere hanno poco personale, anzi pochissimo, hanno subito tagli pesanti e sono oppressi da una burocrazia che non distingue fra piccoli e grandi comuni. Ormai siamo allo stremo e i riconoscimenti al ruolo dei piccoli comuni sui territori fanno sorridere. Siamo vicini alla paralisi e gli attestati di benemerenza non servono”.
Qual è l’intervento più urgente che il governo dovrebbe varare? “Ridurre il fondo per i crediti di dubbia esigibilità , arrivato a livelli insostenibili. Sono soldi bloccati e inutilizzabili mentre invece, almeno in parte, potrebbero essere spesi per il funzionamento della macchina comunale e dei servizi. Un’assurdità e certo non la sola”.
Che giudizio ha tratto dalla tre giorni di Arezzo? “Come ho già detto della relazione del presidente uscente e giustamente riconfermato, puntuale, realistica, mai sopra le righe, una rappresentazione esatta del pianeta comuni e dei loro gravi problemi. E’ stato un bell’intervento anche quello del presidente Mattarella, sentito, sincero, calibrato, consapevole. Deludente invece, il presidente Conte. L’avvocato del popolo, come si era definito, ha fatto ad Arezzo il notaio del poco, scarsi impegni positivi e molti silenzi o sottovalutazioni”.
E ora che cosa succede? “C’è un confronto non facile sulla manovra di bilancio. Ci sono le richieste di Anci. I Comuni non vogliono scassare lo Stato, del quale fanno parte a pieno titolo, ma lo Stato non può continuare a scassare i Comuni. Faremo una battaglia fino in fondo per garantire servizi e attività dei quali i cittadini hanno assolutamente bisogno”.
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