Edilizia: 550.000 i posti di lavoro persi
AGIPRESS – Ridare ossigeno al settore delle costruzioni. Questo il significato della mobilitazione lanciata da Feneal Uil, Filca Cisl, Fillea Cgil per il 31 maggio, che si inserisce nella più ampia mobilitazione unitaria confederale che culminerà con la manifestazione nazionale del 22 giugno.
Dagli edili un messaggio forte e chiaro a Palazzo Chigi: fate presto, perché il rischio che stiamo correndo in Italia è la scomparsa di un intero comparto industriale, quello dell’edilizia, come raccontano i segretari generali Massimo Trinci, Domenico Pesenti, Walter Schiavella “mai cosଠmale dal dopoguerra! In cinque anni di crisi si è registrato il crollo del 30% della produzione, del 20% del fatturato, del 40% degli investimenti pubblici. Sono 550.000 i posti di lavoro persi, la metà nel solo settore dell’edilizia, dove abbiamo assistito alla caduta verticale rispetto al 2008 di tutti i valori: – 400.000.000 le ore lavorare, – 2 miliardi la massa salariale.” Ad eccezione del comparto dei lapidei, la cui tiepida tenuta è data dalla particolare vocazione all’export, in tutti i comparti numeri da brivido: “crollo della produzione nel cemento calce gesso (- 40%) , nei laterizi e manufatti in cemento (- 50%) e nei prefabbricati (-60%)” e non va meglio nel legno-arredo, dove “sono 52mila gli addetti spariti, e con loro 10mila aziende. Il calo della domanda interna tocca la quota del 40%, con previsioni per il 2013, cosଠcome per gli altri comparti, di caduta libera.” Ciò che chiedono dai sindacati è presto detto: il rafforzamento dell’impianto delle regole, per favorire l’impresa sana e di qualità ed estromettere le imprese irregolari e illegali dal sistema degli appalti e dal mercato; l’avvio di migliaia di piccole opere cantierabili da subito, scegliendo la strada del superamento dei vincoli al patto di stabilità .
Agipress