Paolo Salvadeo, Direttore Generale del gruppo El.En, si è reso disponibile ad offrire la propria tecnologia laser, per restituire l’originario colore bianco all’iconico capolavoro di Agra. “Contatti avviati con il Governo già nel 2016, ma non abbiamo ricevuto risposte”
AGIPRESS – FIRENZE – Il Gruppo El.En in soccorso del Taj Mahal. Il colosso dei laser Made in Italy si è reso disponibile a riportare all’antico splendore la facciata del celebre mausoleo musulmano, che a causa dell’inquinamento e delle deiezioni degli insetti, sta lentamente cambiando colore, virando verso una nuance giallo-verdastra. “Tramite l’utilizzo di un potente laser per il restauro, chiamato Thunder ART, siamo in grado di ripulire il Taj Mahal, restituendogli lo splendido colore bianco che lo ha sempre caratterizzato – afferma l’ing. Paolo Salvadeo, Direttore Generale del Gruppo El.En. “ Nell’agosto 2016 siamo entrati in contatto con il governo locale, offrendoci di aiutarlo tramite la donazione di un macchinario laser di nostra produzione e la messa a disposizione dell’expertise dell’azienda. Stiamo ancora aspettando una risposta, che ad oggi non è arrivata”. L’appello lanciato dal Gruppo El.En arriva dopo le recenti notizie relative al deterioramento del mausoleo di Agra, che hanno provocato la dura reazione della Corte Suprema indiana, secondo la quale il governo centrale non starebbe facendo abbastanza per preservare l’iconico capolavoro. “Noi siamo pronti ad intervenire immediatamente – prosegue Salvadeo – se accettano il nostro aiuto, possiamo partire subito, mettendo a disposizione il laser e formando i conservatori indiani. Ma occorre fare presto, perché lo stato del mausoleo sta peggiorando”.
La collaborazione tra il Gruppo El.En ed i restauratori di Agra risale all’agosto 2016, quando la multinazionale italiana si presentò nella città indiana con un potente laser per il restauro, per effettuare delle prove nel tempio Radha saomi Shrine, posto nelle vicinanze del Taj Mahal. Alcuni marmi del tempio, resi molto scuri da una patina legata al fortissimo inquinamento del posto, vennero riportati a nuova vita dai tecnici di El.En e da un gruppo di restauratori indiani, grazie all’utilizzo del macchinario laser dell’azienda italiana. Dopo questo intervento l’Archeological Survy of India propose di inviare alcuni conservatori indiani, in Italia, per essere formati da El.En sull’utilizzo del laser per il restauro. Ma alla fine non si presentò nessuno.
Questa tecnologia permette di ripulire le opere d’arte, rispettandone le superfici di valore e le patine originarie. Per questo motivo alcuni rappresentanti di governo di Agra, ed un gruppo di conservatori del Taj Mahal, invitarono gli esperti di El.En a visitare il famoso mausoleo, per un esame approfondito. “Fu in quell’occasione che decidemmo di offrire gratuitamente al Governo locale uno dei nostri laser per il restauro, con annessa formazione “ spiega Salvadeo “. Il Taj Mahal mostrava già segni di “invecchiamento”, ma nessuno ci ha più contattato. La nostra proposta è stata perpetrata più volte dal distributore indiano di El.En, attraverso l’architetto Uday Nanavati, ma ad oggi non ci ha ancora chiamato nessuno. A volte è estremamente difficile lavorare con il settore pubblico, visti i tempi e la burocrazia correlata, anche se proponi di regalare una strumentazione molto costosa e sofisticata, a fini filantropici. Noi però siamo ancora disponibili e rinnoviamo il nostro appello per salvare il Taj Mahal. Non possiamo permettere che un’opera cosଠimportante finisca in disgrazia”.
Fino a questo momento gli unici interventi che vengono eseguiti sulla facciata del Taj Mahal consistono in periodici lavaggi a base di fango e argilla. Azioni che, tuttavia, risultano invasive, ed insufficienti a contrastarne il deterioramento causato dall’inquinamento e dall’azione nociva degli insetti che si sollevano dal vicino fiume Yamuna. Per questo il massimo tribunale indiano ha sottolineato l’emergenza che vive il mausoleo, inserito nel patrimonio universale dell’Unesco e appartenente ad una delle sette Meraviglie del mondo contemporaneo. Oggi il Taj Mahal attira circa 8 milioni di visitatori all’anno, molti dei quali indiani. Ma la sua fama e la sua bellezza architettonica lo rendono un’opera universalmente riconosciuta. Anche per questo occorre uno sforzo per preservarne il tradizionale splendore. Sforzo che, alla luce di quanto sta accadendo, non può più essere rinviato.
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