Promosso dall’associazione Friend of the Earth in collaborazione con il Museo di Scienza Naturale dell’Università di Firenze “La Specola”.
AGIPRESS – FIRENZE – Si è svolto il tour di presentazione del progetto “Salviamo le chiocciole d’Italia” promosso dall’associazione Friend of the Earth in collaborazione con il Museo di Scienza Naturale dell’Università di Firenze “La Specola” a cui hanno partecipato rappresentanti dei media locali e nazionali. Il tour ha toccato la città di Firenze e le località di Campagnatico e Massa Marittima (GR).
IL PROGETTO – Friend of the Earth, programma internazionale per la certificazione di prodotti da agricoltura e allevamento sostenibili, in collaborazione con il Museo di Storia Naturale dell’Università di Firenze “La Specola” ha sviluppato un progetto di ricerca triennale per lo studio, la protezione e la conservazione di due specie di molluschi endemici della Toscana a rischio e a grave rischio di estinzione: la Melanopsis etrusca, presente nella sola Maremma, e la Xerosecta giustii, presente nella fascia ristretta delle Colline Metallifere grossetane. Salviamo le chiocciole d’Italia consiste in un insieme di azioni concrete da intraprendere su base triennale che comprendono: lo studio sulla variabilità genetica delle popolazioni relitte, l’approfondimento delle conoscenze sulla biologia delle due specie, l’avvio di allevamenti ex situ per la creazione di banche biologiche – esemplari della Melanopsis etrusca sono stati stabulati all’interno di vasche sperimentali presso l’Aquarium Mondo Marino di Massa Marittima (GR), mentre per la Xerosecta giustii è stato riprodotto un appezzamento pilota presso l’azienda di elicicoltura La lumaca maremmana di Campagnatico (GR) -, la protezione e la riqualificazione degli habitat caratteristici delle specie, l’organizzazione di eventi di educazione e di sensibilizzazione della cittadinanza, lo sviluppo di iniziative eco-compatibili per lo sviluppo del turismo e per la valorizzazione dei territori interessati (vedi il video del progetto qui).
PROTEGGERE SPECIE IN ESTINZIONE – “Stiamo portando avanti un lavoro pionieristico – ha detto Simone Cianfanelli del Museo “La Specola” e responsabile scientifico di Salviamo le chiocciole d’Italia – è forse la prima volta che sul territorio italiano ed europeo vengono create delle banche biologiche con lo scopo di proteggere e conservare specie di molluschi continentali a rischio di estinzione. Se questo tentativo andasse a buon fine come ci auguriamo, il metodo messo a punto potrebbe essere replicato per altre specie e in habitat diversi”. Paolo Bray, direttore di Friend of the Earth, durante il tour non ha mancato di sottolineare l’importanza e l’urgenza di unire le forze a salvaguardia della biodiversità : “L’Italia è campione di biodiversità anche in fatto di numero e varietà di gasteropodi presenti. Nella sola Toscana, tra Equi Terme e Bagni di Lucca, sono 4 su 6 le specie di chiocciole termali a rischio. Se il loro habitat venisse distrutto definitivamente, queste specie, che si trovano solo in questo territorio, scomparirebbero dalla faccia della Terra. Friend of the Earth è onorata di sostenere l’Università di Firenze, ma si potrebbe fare molto di più. Uno dei motivi della distruzione degli habitat è la deviazione delle acque termali e il loro utilizzo nelle terme. Invitiamo le aziende del settore benessere, le amministrazioni locali e chiunque volesse ad unirsi a noi per supportarci nello studio e la protezione degli habitat fragili che rimangono da salvaguardare”.
LA TOSCANA – La Toscana non è l’unica regione d’Italia a ospitare specie di chiocciole in via di estinzione. Secondo i dati contenuti all’interno delle Liste Rosse dell’Unione Mondiale per la Conservazione della Natura (IUCN), è noto che sono alcune decine le specie di gasteropodi, meglio noti come chiocciole, a rischio (Endangered) e a grave rischio di estinzione (Critically Endangered), sparse su tutto il territorio italiano. Le cause di minaccia sono molteplici: l’uso di pesticidi nocivi, l’urbanizzazione dilagante, la regimentazione degli argini, i prelievi idrici incontrollati o l’introduzione di specie aliene sono tutti fattori che insieme hanno provocato la graduale distruzione degli habitat. In alcuni casi, disastri naturali, cambiamenti climatici e prelievi a scopo di collezionismo hanno aggravato ancora di più il quadro generale.
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