Una bellezza del VI secolo a.C, in mostra dal 14 luglio al 5 novembre
AGIPRESS – FIRENZE – Testa di donna, corpo di leone, coda di serpente e ali d’aquila, la Sfinge di Vulci sfoggia tutta la sua bellezza del VI secolo a.C., ritta sulle zampe, nella sua mole scolpita in nero, a evocare il suo ruolo di “guardiana” della pace dei morti. E’ lei la star assoluta della mostra che verrà inaugurata venerdଠ14 luglio alle 15 nel Palazzo Pretorio in Sovana a sottolineare il profondo legame tra le due città etrusche e i rapporti di collaborazione fra il Museo e il parco archeologico di Vulci e il parco archeologico della città del tufo (Sovana-Sorano-Vitozza). Non a caso è la prima volta che la Sfinge lascia Vulci per venire in un altra terra etrusca, appunto Sovana. Promotori e organizzatori di questo “viaggio”, oltre ai due parchi archeologici, il Comune di Sorano, il sistema museale comunale e la cooperativa Zoe, con la collaborazione delle riviste Archeo e Medioevo. La straordinaria statua funeraria guida i ritrovamenti effettuati dagli archeologi della società Mastarna durante la campagna di scavo iniziata nel novembre del 2011, grazie anche ad un finanziamento della Regione Lazio, e appena conclusasi, nella necropoli dell’Osteria di Vulci, uno dei più importanti centri dell’ Etruria. L’esposizione di Sovana, che resterà aperta fino al 5 novembre (orario 10-13 e 15-19, chiusa il giovedà¬) racconta, ora, le scoperte frutto delle ultime preziose indagini che hanno consentito di riportare alla luce la cosiddetta “Tomba della Sfinge”, monumentale ipogeo funerario risalente al VI secolo a.C.
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