Ne parla il Dr. Riccardo Gionata Gheri endocrinologo di Villa Donatello
AGIPRESS – FIRENZE – Sono 415 milioni le persone adulte che nel mondo hanno il diabete, se ne stimano 640 milioni entro il 2040, uno su due non è diagnosticato, lo screening è fondamentale per garantire la diagnosi precoce e un adeguato trattamento necessario a ridurre il rischio di gravi complicazioni. “Occhi sul diabete” è il tema della Giornata Mondiale del Diabete 2016, istituita nel 1991 dall’International Diabetes Federation e dall’Organizzazione Mondiale della Sanità che si celebra il 14 novembre. In Italia viene organizzata dal 2002 da Diabete Italia per sensibilizzare e informare l’opinione pubblica sul diabete, la sua prevenzione e gestione. Quest’anno gli eventi si concentrano nella settimana che va dal 7 al 13 novembre dove in circa 500 città d’Italia saranno oltre mille gli eventi organizzati da Associazioni di persone con diabete, Medici, infermieri, altri professionisti sanitari e istituzioni. I gazebo e i banchetti saranno attrezzati per effettuare una valutazione del rischio, effettuare screening gratuiti o semplicemente distribuire depliant e materiale informativo dedicati alla prevenzione e alla corretta gestione del diabete.
Il diabete è una malattia in cui c’è aumento nel sangue dei livelli di glucosio (zucchero; la glicemia) per un deficit della quantità e, spesso, nell’efficacia biologica dell’insulina, l’ormone che controlla la glicemia nel sangue e che viene prodotto dal pancreas. Il diabete non è una malattia contagiosa: vivere con un diabetico non fa venire il diabete. Non è una malattia ereditaria, nel senso che, tranne che per poche varietà molto rare (es. MODY), non c’è un passaggio inevitabile della malattia da una generazione ad un’altra. Esiste però una predisposizione familiare, soprattutto in caso di diabete tipo 2, per cui chi ha un diabetico fra i parenti di primo grado (genitori, fratelli) ha un rischio di ammalare superiore rispetto a chi non ha parenti con la malattia. Il paziente diabetico che segue con costanza la terapia adeguata e adotta stili di vita sani, ha una aspettativa di vita pari a quella delle persone non diabetiche; da questo consegue che individuare precocemente il paziente e iniziare un virtuoso percorso di variazione di stile di vita e uso di farmaci efficienti permette di ottenere risultati straordinari.
“Tra le problematiche legate al diabete hanno grande importanza quelle oculari e anche quelle “nuove” come il problema delle fratture da Osteoporosi” “ afferma Il Dr. Riccardo Gionata Gheri endocrinologo di Villa Donatello di Firenze e coordinatore del Gruppo EndOsMet (composto da specialisti esperti in campi diversi: Endocrinologia, malattie metaboliche dell’Osso, Diabete, Obesità , Grassi del Sangue), insieme al Dr. Alberto Falchetti, nel corso di un convegno “Occhio non vede Osso non duole?” svoltosi a Firenze per esaminare le complicanze della malattia diabetica e proporre soluzioni diagnostiche e terapeutiche in grado di accompagnare il malato diabetico nel percorso della sua malattia. “La densità minerale ossea (BMD) “ spiega il Dr. Gheri – valutata con metodica DXA, rappresenta tradizionalmente uno dei principali determinanti del rischio di frattura: ossa più ˜dense’ sono tipicamente considerate a minor rischio di frattura. Tuttavia questo principio è messo in discussione nel paziente affetto da diabete mellito di tipo 2 (DM2), che spesso ha fratture nonostante una normale, o superiore, densità ossea. Per individuare precocemente i soggetti “fragili”, a brevissimo sarà disponibile una nuova metodica (TBS, Trabecular Bone Scan) che valutando la qualità dell’osso in esame aggiunge un nuovo e importante parametro di giudizio clinico”. Altro aspetto trattato nel corso del convegno è una nuova metodica (presentata dal gruppo Oculistico di Villa Donatello, Dr. Silvio Zuccarini e Prof. Ugo Menchini) che permette lo studio dei vasi retinici in tutti i soggetti, comprese donne in gravidanza o persone con gravi patologie cardiache, polmonari e renali, senza richiedere l’anestesia. È l’Angio OCT, strumento che consente di studiare la vascolarizzazione della retina senza iniezione di mezzo di contrasto in vena, fondamentale per la valutazione di screening dei pazienti. “Queste procedure – conclude il Dr. Gheri – permettono una netta riduzione dei trattamenti laser sulla retina e soprattutto il mantenimento della capacità visiva dei pazienti diabetici affetti da retinopatia”.
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