DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

5 Aprile 2016

Piccole e medie imprese italiane, dati occupazione. “Necessaria cautela”

Aumentano i posti di lavoro, a febbraio + 0,4% rispetto a gennaio e + 2,5% in un anno. Ma si esaurisce l’effetto della decontribuzione per le assunzioni a tempo indeterminato

AGIPRESS – FIRENZE – Luci e ombre sull’occupazione in Italia. L’Osservatorio Mercato del Lavoro CNA, curato dal Centro Studi della Confederazione, che analizza mensilmente l’andamento dell’occupazione in un campione di 20.500 micro e piccole imprese con 125mila dipendenti, rileva che a febbraio 2016 l’occupazione nelle micro e piccole imprese è cresciuta dello 0,4 per cento su gennaio e del 2,5 per cento su febbraio 2015, l’aumento mensile più elevato degli ultimi quindici mesi. È ragionevole legare questo andamento alle novità legislative introdotte negli ultimi due anni, che hanno semplificato le procedure di assunzione tramite i contratti a tempo determinato (Decreto Poletti), reso più convenienti le attivazioni a tempo indeterminato (Legge di Stabilità per il 2015), ridotti i rischi per le imprese sulla flessibilità in uscita (Jobs Act).

I DATI – L’incremento su base annua scaturisce dalla forte diminuzione delle cessazioni (-5,9 per cento) che ha superato la variazione, a sua volta negativa, delle assunzioni (-4,4 per cento). Il calo delle cessazioni ha riguardato tutte le tipologie contrattuali, sia pure su scale differenti: -1,5 per cento il tempo indeterminato, -9,8 per cento il tempo determinato, -10,7 per cento l’apprendistato. Il calo delle assunzioni quest’anno deriva soprattutto dal crollo dei nuovi contratti a tempo indeterminato (-36 per cento), a fronte dell’incremento delle assunzioni a tempo determinato (+15,3 per cento) e dei contratti di apprendistato (+29,3 per cento). Un anno fa, invece, le assunzioni a tempo indeterminato erano aumentate del 7,6 per cento, più dei nuovi contratti a tempo determinato (+7,1 per cento). Un forte calo (-24,1 per cento) era stato registrato dai contratti di apprendistato. A fare la differenza: la decontribuzione sulle assunzioni a tempo indeterminato. Questo dispositivo, nel 2015, prevedeva l’esonero al 100 per cento su un limite massimo di 8.060 euro; dal primo gennaio scorso, l’esonero è ridotto al 40 per cento con un tetto abbassato a 3.250 euro. Per effetto di queste dinamiche, tra febbraio 2015 e febbraio 2016 sono cresciuti gli occupati a tempo determinato (+63,7 per cento) e gli apprendisti (+14,3 per cento); risultano invece in calo gli occupati a tempo indeterminato (-2,3 per cento).

NECESSARIE POLITICHE A LUNGO TERMINE – “La cautela è d’obbligo “ evidenzia M.Cristina Corradini di Clelia Consulting azienda che affianca le pmi italiane nel cambiamento e innovazione dei processi di sviluppo “ perché è evidente che finché la decontribuzione sulle nuove assunzioni a tempo indeterminato è risultata più generosa, cioè fino a dicembre 2015, le micro e piccole imprese hanno opportunamente colto questa opportunità . Ma dal 2016 assumere con contratti a tempo indeterminato conviene molto meno, e ciò ha portato le imprese a tornare a utilizzare maggiormente il tempo determinato e l’apprendistato. Sarebbe un danno se le pmi a fronte di ciò rinviassero investimenti su personale, struttura organizzativa e innovazione; restiamo fiduciosi ma è necessario che le politiche per l’occupazioni abbiano una visuale più ampia e prospettive più a lungo termine”.

LA DISOCCUPAZIONE – “Quello degli incentivi “ spiega in una nota Cgil Toscana “ è stato un doping terminato il quale l’occupazione, purtroppo, regredisce. Secondo i dati Istat a Gennaio 2016, per la prima volta dal gennaio 2015 i dipendenti a tempo indeterminato calano di 92.000 unità . In Toscana il dato è di circa – 6.000 unità . Crescono i disoccupati dello 0,3% e cresce anche il tasso di inattività complessivo dello 0,4%. L’unica fascia di età nella quale lo stock degli occupati cresce è quella over 50 ma qui, come più volte sottolineato, ha ‘potuto’ più la Fornero che il JobsAct. La nuova disciplina del mercato del Lavoro ci ha regalato quindi più libertà di licenziamento e meno tutele, la giungla dei milioni di voucher e un calo degli occupati stabili. Un capolavoro!” – conclude Cgil Toscana.

Agipress

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