La denuncia: “Sembra quasi che ci si preoccupi ben più del numero di scuole formalmente ‘messe in sicurezza’ di quanto non si faccia per verificare l’ottemperanza non solo formale delle normative”
AGIPRESS – FIRENZE – “Non c’è nulla di peggio di una falsa sicurezza. Sembra quasi che ci si preoccupi ben più del numero di scuole formalmente ‘messe in sicurezza’ di quanto non si faccia per verificare l’ottemperanza non solo formale delle normative”. Maria Teresa Fagioli, presidente dell’Ordine dei Geologi della Toscana, traccia un quadro su quanto fatto per la messa in sicurezza degli edifici scolastici. «Se si crede di aver messo in sicurezza una scuola su dati sostanzialmente inadeguati – si legge in una nota – non è detto che quell’edificio regga poi davvero al prossimo sisma”. “Se si guarda alla Toscana – continua – salta agli occhi come la stragrande maggioranza dei bandi, compresi quelli per la messa in sicurezza sismica degli edifici scolastici, si basa sul solo criterio del massimo ribasso, senza peraltro previsione alcuna di verifica della qualità delle offerte, senza stralciare offerte anomale né tantomeno verificare se, col ribasso ‘vincente’, si possa effettivamente fornire quanto necessario”. La presidente Fagioli poi affronta il tema della qualità degli interventi. “Se vogliamo una buona scuola, non ci si può accontentare del numero di scuole ‘messe in sicurezza’ a parole, ma deve essere certo che la messa in sicurezza è stata realizzata al massimo stato dell’arte in tutta la sua filiera, dagli studi preventivi fino alla realizzazione degli interventi. Lo dobbiamo all’intera collettività ma soprattutto a bambini ed adolescenti, perché non siano costretti a rischiare di morire sepolti vivi per poter studiare”. “Il numero di edifici strategici come scuole – aggiunge – municipi, caserme, ospedali, messi in sicurezza è esiguo, a fronte di un totale di diverse migliaia, solo su 1.500 sono stati effettuati gli studi geologico sismici e di questi solo 500 sono stati messi effettivamente in sicurezza”.
LA MAPPA DEL RISCHIO IN TOSCANA – Con 35 località colpite e 5 morti, nel 2014 la Toscana è stata tra le Regioni italiane maggiormente interessate dagli effetti dei disastri provocati da frane e inondazioni. Lo rileva il “Rapporto periodico sul rischio posto alla popolazione italiana da frane e inondazioni” elaborato da IRPI-CNR. «La Toscana è una delle regioni geologicamente più fragili, con ampie porzioni di territorio soggette a rischio idrogeologico e a rischio sismico», commenta Maria Teresa Fagioli. A dare un’idea della situazione sono i numeri di dell’indagine IRPI-CNR sugli effetti dei disastri idrogeologici. La Toscana è fra le prime regioni Italiane per numero di sfollati nel 2014, sono stati oltre 2mila, e seconda nel periodo dal 1964 al 2013, oltre 67mila con anche 134 morti. Dal punto di vista sismico la situazione non è migliore. Su un totale di 287 Comuni, 92 sono ad alto rischio, 164 a rischio medio solo 24 sono a basso rischio.
Agipress