1.306.421 soci iscritti all’Aido. Nel 1973, anno della sua costituzione, l’associazione dei donatori di organi, tessuti e cellule ne aveva 9.224, saliti a 375.284 nel 1983, a 894.853 nel 1993 fino a diventare, dieci anni dopo, oltre un milione (esattamente 1.141.231).
Agipress – Sono questi sono i numeri che il presidente nazionale di Aido, Vincenzo Passarelli, ha illustrato e commentato nel corso dei festeggiamenti per il quarantennale dell’associazione, che si sono svolti nell’ultima giornata del “Festival nazionale del volontariato – Villaggio Solidale”, organizzato a Lucca dal Centro nazionale per il volontariato. “Una lunga storia dove tante ‘vite’ si sono intrecciate: soci, famiglie di donatori, operatori sanitari, volontari”, spiega Passarelli. “Tante esistenze incrociate che hanno permesso che la fine di una vita diventasse la rinascita di un’altra”.
Ad oggi l’Aido può contare su 21 consigli regionali, 104 sezioni provinciali e 1.028 gruppi comunali e intercomunali. La regione con più iscritti Aido è la Lombardia (343.110), seguita dal Veneto (203.674) ed Emilia Romagna (164.616). Quarta è la Toscana, con 85.042 iscritti. Fanalino di coda, con 3.622 iscritti, è la Basilicata. Che in questa particolare classifica è preceduta dal Molise (4.573, penultima) e dalla Valle d’Aosta (5.357, terzultima).
A celebrare i 40 anni di Aido, al Festival di Lucca c’erano anche Edoardo Patriarca (presidente Cnv), Vincenzo Saturni (presidente Avis), Aldo Ozino Caligaris (presidente Fidas) e Luigi Cardini (presidente Fratres) e Alessandro Nanni Costa (direttore del Centro nazionale trapianti). “Il campo istituzionale si e allargato a dismisura”, ha detto il direttore del Cnt. “Questa apparente complicazione offre vantaggi al problema complessivo della donazione biologica. Alla base – aggiunge Costa – c’è un presupposto: possiamo curare altre persone solo se viene gratuitamente donata una parte del nostro corpo. Questa scelta va al di là della norma e tocca principi etici importanti. per quella che è la mia formazione culturale, beh, tremo ogni volta che sento parlare di donazione come atto d’amore. La donazione è un atto di solidarietà verso la comunità e va ben al di là là dell’espressione del sentimento. D’accordo, è qualcosa che tocca i nostri sentimenti. Ma ogni scelta è un atto di consapevolezza. Si dona perché c’è qualcuno che ha bisogno”. L’incontro è stato introdotto e moderato da Gaia Peruzzi, dell’Università La Sapienza di Roma. “Un sistema basato sul volontariato ha un valore economico aggiunto”, ha detto la Peruzzi. “Avere un sistema basato sulla donazione significa avere un sistema migliore. Tutti hanno diritto a ottenere qualcosa”.
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