Lavoro di ricerca condotto dall’Università degli Studi di Milano identifica una nuova molecola per il trattamento dei tumori tiroidei indifferenziati
AGIPRESS – MILANO – Il cancro della tiroide è il più comune tumore maligno endocrino con una incidenza in continuo aumento a livello mondiale. Nella maggior parte dei casi il cancro tiroideo è ben differenziato e presenta una prognosi molto favorevole, mentre quando si presenta in forma indifferenziata è uno dei tumori a più alto grado di mortalità , perché si presenta invasivo e refrattario a gran parte delle terapie sviluppate fino ad oggi. Una recente ricerca ha identificato una piccola molecola (SP600125) in grado di attaccare in maniera selettiva i tumori anaplastici e scarsamente differenziati della tiroide. Luca Persani dell’Università di Milano ha coordinato il gruppo di ricerca di endocrinologi dei dipartimenti di Scienze cliniche e di comunità e di Fisiopatologia medico-chirurgica e dei trapianti dell’ateneo, in collaborazione con i centri di ricerca degli IRCCS Istituto Auxologico Italiano e Fondazione Policlinico di Milano.
LO STUDIO pubblicato sulla rivista ONCOTARGET, ha individuato una correlazione fra l’attività di una proteina enzimatica, denominata ROCK, e il potenziale di malignità dei tumori tiroidei. Il trattamento in vitro di questi tumori con basse dosi di SP600125 non ha effetti tossici su cellule tiroidee differenziate, ma è in grado di bloccare la crescita e indurre la morte cellulare in maniera selettiva nei tumori tiroidei indifferenziati, caratterizzati da mutazioni di p53 (la molecola denominata “guardiano del genoma”) e aumento dell’attività di ROCK. Inoltre, nelle cellule tumorali in grado di sopravvivere, SP600125 è altresଠin grado di indurre il fenomeno di senescenza cellulare. “L’insieme dei dati ottenuti identifica quindi una molecola che possiede un interessante potenziale terapeutico perchè agisce in maniera selettiva su alcuni dei meccanismi cellulari responsabili del comportamento aggressivo dei tumori tiroidei più indifferenziati. Sono cosଠin corso studi in collaborazione con altri gruppi dell’ateneo al fine di verificare l’efficacia di questa molecola in modelli animali e di ottimizzarne le caratteristiche farmacologiche” commenta Luca Persani.
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