DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

15 Settembre 2015

PSICOLOGIA – Si ritorna a scuola, cambiano i ritmi della famiglia. Per i timori e le paure degli scolari serve comprensione

Cosa accade nei bambini, genitori e insegnanti. I consigli

AGIPRESS – FIRENZE – Fine dell’estate, i genitori fanno definitivo ritorno al proprio posto di lavoro e i loro figli procedono all’immancabile ritorno a scuola. Spesso, però, molti scolari, soprattutto della scuola materna e elementare, sono impauriti dalla ripresa. Specialmente chi, a scuola, ci va per la prima volta o chi deve affrontare dei nuovi compagni o dei nuovi insegnanti, ed è perciò costretto a modificare anche le proprie abitudini e le proprie amicizie. Per tutti i bambini infatti la fine delle vacanze rappresenta un grosso cambiamento riguardante sia il tempo che i rispettivi genitori riescono a dedicare loro, che il loro personale tempo libero. Proprio come nell’adulto, ciò crea dei piccoli squilibri a livello psicologico e fisico e diventa un momento che l’intera famiglia, e la scuola stessa, è chiamata a gestire.

Quando si torna a scuola non sempre si è entusiasti. Ogni bambino ha il suo carattere, la sua indole, che lo porta a rispondere alle sollecitazioni dell’ambiente in cui si trova in una maniera del tutto individuale. L’inizio della scuola spesso fa emergere comportamenti inattesi o contraddittori, che possono compromettere l’apprendimento e la serenità . È importante considerare questo aspetto, senza allarmismi, ma anche senza sottovalutare i primi segnali. Distrazione, iperattività , timidezza, disadattamento, malumore, sono il sintomo di un disagio, spesso superabile con l’aiuto dei genitori e con quello degli insegnanti. Nella maggior parte dei casi, non serve un medico, tantomeno psicofarmaci, ma solo aiuto e comprensione, perché il bambino si adatti alle regole dell’ambiente scolastico. I bambini molto vivaci, per esempio, faranno fatica a stare fermi e seduti, senza fare rumore o disturbare i loro compagni, per molte ore. Altri bambini si distraggono facilmente perché, in realtà , sono molto attenti a tutto ciò che li circonda e si lasciano trascinare dai loro pensieri, o da sogni ad occhi aperti. I bambini ostinati, invece, sono forse i più difficili da gestire a casa, mentre a scuola riescono meglio dei loro compagni meno perseveranti. Anche la timidezza può portare il bambino a chiudersi in se stesso, specie quando entra in una nuova classe, con compagni e insegnanti che non conosce. La scuola pertanto intesa come primo “sistema sociale”, esterno alla famiglia, in cui il bambino si trova a doversi relazionare con gli altri e ad essere sottoposto a norme, è necessario che tenga conto di ciò, per sostenere e favorire il tanto complesso quanto articolato processo di crescita “globale” di ogni individuo.

Ma come affrontare questo “stress da inizio scuola”? Un consiglio per gli insegnanti¦ – Al rientro i ragazzi andrebbero aiutati a “connettere” l’esperienza delle vacanze con quella della scuola, dunque ciò che occorre favorire, come sempre e in tutti i campi, è “l’integrazione” e non la scissione. Per le scuole elementari e medie, dunque, benissimo chiedere a tutti dove sono stati nelle vacanze e come le hanno trascorse, magari incentrando su questi input alcuni lavori per i primi giorni. Per i primi anni di ciascun ciclo, soprattutto medie e primo anno di superiori, va benissimo, dopo una prima presentazione (d’obbligo anche una presentazione da parte dei professori, che non sia troppo burocratica e asettica), lasciare agli studenti un’ora libera, in cui possano conoscersi e “sbloccare” fra di loro l’emozione. (dl)

Agipress

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