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18 Agosto 2013

MEETING CL – LETTA: “Non lasceremo i giovani soli”, NAPOLITANO: “Reagire all’impoverimento spirituale”

Messaggi importanti dalla XXXIV edizione del meeting di Comunione Liberazione. Giovani, crisi, europa e legge elettorale alcuni dei temi toccati

AGIPRESS – RIMINI – “Non lasceremo soli i giovani: lavoreremo e faremo di tutto perché riescano ad avere opportunità . Quelle opportunità che altri giovani in altre parti d’Europa hanno già oggi. L’uscita dalla crisi è a portata di mano, è possibile a seconda di cosa facciamo, se guardiamo al futuro usciremo dalla crisi. Una crisi che è stata ed è terribile”. Sono le parole del Presidente del Consiglio Enrico Letta oggi sul palco del Meeting di Cl a Rimini.

LETTA: “Non lasceremo soli i giovani” – Prima del suo intervento il Premier ha visitato gli stand del Meeting: “Non lasceremo soli i giovani – ha detto – lavoriamo per dar loro più opportunità “. “Il governo andrà avanti”. Ha poi invitato i politici ad “essere consapevoli che i bisogni della gente vengono prima di ogni altra cosa”.

“L’uscita della crisi è a portata di mano” – Il premier è tornato a parlare della situazione economica: “Non voglio che nessuno interrompa questo percorso di speranza che abbiamo cominciato: l’uscita dalla crisi è a portata di mano”. Letta ha poi aggiunto che “gli italiani puniranno tutti quelli che anteporranno i loro interessi a quello comune”. E ha indicato il 2014 come l’anno del “nuovo inizio”: “In primo luogo perché si voterà : se l’Europa non dà risposte o dà quelle sbagliate rischia di essere il parlamento più antieuropeo. Se viceversa faremo bene abbiamo le condizioni per un nuovo inizio europeo”.

“La legge elettorale è il cambiamento più urgente, entro ottobre nuova legge” – Dal 1° settembre – ha detto Letta – in commissione si discuta sulla legge elettorale per approvare una riforma ad ottobre”. Il premier ha messo l’accento anche sull’abolizione del finanziamento pubblico “per ridare ai cittadini il potere di dire se vogliono il loro finanziamento, sono riforme che consentono il ricambio e una democrazia efficiente”.

“Scuola, necessario cambio di passo” – “Penso al ruolo dell’istruzione – ha aggiunto Letta – uno dei temi più bistrattati, al lavoro degli insegnanti, agli studenti. Penso al primo finanziamento dopo molti anni ai programmi di edilizia scolastica. Penso alla necessità di un cambio di passo”.

A precedere il premier è stata una videointervista del Capo dello Stato Giorgio Napolitano che ha ribadito l’importanza dell’Europa unita e del ruolo dei giovani.

NAPOLITANO: l’Europa soffre di mancato sviluppo economico e sociale – “L’Europa è malata di mancato sviluppo economico e sociale – ha detto il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nella video intervista”. “La Ue non riesce a crescere, sta perdendo velocità e competitività e questo è senza dubbio uno dei fattori fondamentali di crisi dell’Europa. Però, attenzione: la crisi che viviamo in Europa, e che è parte di una crisi globale dal 2009, viene da lontano, comincia prima. Una perdita di dinamismo dell’Europa è cominciata già parecchi anni fa: più o meno alle soglie del nuovo millennio. Naturalmente la moneta unica non è stata responsabile di ciò, ma non ha potuto dare tutto l’impulso che era chiamata a dare, in quanto sono mancati altri elementi fondamentali per garantire un nuovo dinamismo alla crescita economica e sociale in Europa. Ma in Europa siamo in difficoltà anche perché non si è capito abbastanza da parte delle classi dirigenti che il mondo stava cambiando e l’Europa non poteva rimanere ferma. L’Europa doveva fare i conti con questo processo di trasformazione, che poi ha preso il nome di processo di globalizzazione“.

“Reagire all’emergenza impoverimento spirituale” – “Davanti all’emergenza, rappresentata da una grave forma di impoverimento spirituale, culturale serve una reazione – ha sostenuto Napolitano – E’ importante il contributo che viene ai più alti livelli dalla Chiesa Cattolica, contributo che soltanto dei ciechi possono non vedere. Può reagire la cultura, possono reagire certamente le istituzioni più di quanto non facciano. Possono reagire i sistemi educativi. Può reagire, molto di più di quanto non faccia, il sistema di informazione. E possono contribuire molto – ha rilevato il capo dello Stato- le grandi organizzazioni sociali: comprese le organizzazioni ispirate ad una fede religiosa”.

Agipress

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