A tre Ministeri si chiede di studiare progettualità specifiche e prevedere forme di indennizzo per la lotta all’insetto. Tema molto attuale anche in Toscana.
AGIPRESS – ROMA – Un’interrogazione per intervenire e trovare soluzioni alle pesanti conseguenze che sta subendo l’economia del castagno e individuare specifiche forme di indennizzo e di aiuto per la lotta biologica nel settore castanicolo, costituito da centinaia di piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, gravemente minacciate dal cinipide.
È stata presentata dagli onorevoli Ermete Realacci primo firmatario, Susanna Cenni e Luigi Dallai, al Ministro delle politiche agricole alimentari e forestali, al Ministro per gli affari europei, al Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare.
L’interrogazione chiede se non si ritenga opportuno, per tramite dei centri di ricerca e sperimentazione in agricoltura del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali competenti per territorio e di concerto con le Agenzie regionali per l’ambiente, avviare dei progetti tesi a verificare tutte le possibilità di lotta biologica al cinipide, ad esempio con l’introduzione di parassitoidi specifici, e se questi siano compatibili con la tutela della biodiversità nazionale e con le colture castanicole e non solo;
Chiede anche se non si ritenga utile, anche a livello di Unione europea, individuare specifiche forme di indennizzo e di aiuto per la lotta biologica nel settore castanicolo, costituito da centinaia di piccole e medie imprese, spesso a conduzione familiare, gravemente minacciate dal cinipide delle castagne che rappresentano uno degli ambiti di eccellenza della produzione agricola ed alimentare nazionale;
“Una produzione annua – si legge nelle premesse dell’interrogazione – di 45 milioni di chili di altissima qualità consente all’Italia di conquistare la leadership nella produzione in Europa e il quarto posto a livello mondiale dopo Cina, Corea del Sud e Turchia. Parrebbe possibile una lotta biologica alla minaccia del cinipide delle castagne grazie alla diffusione di un insetto antagonista: il Torymus sinensis kannijo, la cui femmina depone le proprie uova nelle galle del cinipide, distruggendo in tal modo le larve del parassita. Tuttavia, lo studio di come sincronizzare il ciclo di vita dei due insetti e di come liberarli nell’ambiente è ancora all’inizio”.
L’interrogazione fa cenno anche ad un accordo esistente sul «Piano di settore castanicolo» per tutelare il prodotto «castagna» mediante efficaci azioni sui territori vocati sancito nella seduta della Conferenza permanente Stato-regioni del 18 novembre 2010. Stessa Conferenza permanente, che il 7 ottobre 2011, ha dato altresଠparere favorevole all’istituzione del «Tavolo di filiera della frutta in guscio» comprendente una specifica sezione per la «castanicoltura», formalizzato con decreto n. 4824 del 10 marzo 2011. A cui si aggiunge un «Gruppo di coordinamento tecnico-scientifico» per verificare la costituzione e ubicazione dei centri di moltiplicazione del Torymus sinensis (parassitoide antagonista del cinipide) nei territori regionali vocati alla castanicoltura da frutto per ostacolare il diffondersi della «vespa cinese» e garantire un’autonomia gestionale della problematica a livello territoriale»
L’interrogazione chiede anche se e quali conclusioni siano state prodotte dal sopraccitato «Tavolo di filiera della frutta in guscio» istituito presso la conferenza permanente Stato Regioni nel 2011.
Agipress