AGIPRESS – PERUGIA – “Cancellate tutto…”. Questo l’alert ai frequentatori di diverse chat “segrete” (in cui si può entrare solo se presentati da qualcuno) di Telegram con l’indicazione dei nickname da lui usati e l’invito a eliminare con urgenza le interazioni avute con il 19enne trovato morto a Perugia. È questa l’ultima novità sul caso. Gli appelli lanciati in tv nel corso delle varie trasmissioni di “Chi l’ha Visto” dai familiari di Andrea Prospero, abruzzese, studente al primo anno di informatica all’Unipg trovato morto lo scorso 29 gennaio in un B&B del capoluogo umbro preso in affitto all’insaputa dei genitori (era ufficialmente ospite in uno Studentato del centro storico perugino), non sono rimasti inascoltati. Federica Sciarelli, la conduttrice del programma, ha mostrato ai genitori del ragazzo: papà Michele, mamma Teresa e alla sorella gemella Anna nel corso dell’ultima puntata andata in onda ieri sera su Raitre, la segnalazione inviata da un telespettatore in redazione. Non l’autore comunque del messaggio di allerta. Su Telegram, un social nel quale si può accedere anche solo usando dei nickname a ognuno dei quali può corrispondere una sim, è comparso lo strano appello mostrato in tv che sembra fare riferimento proprio al caso dello studente di Lanciano trovato morto nel capoluogo umbro. “Chi sa, parli” aveva implorato nelle scorse settimane davanti alle telecamere della Rai papà Michele sempre più convinto che qualcosa o qualcuno possa aver spinto il figlio a compiere un gesto estremo. Appello rivolto in particolare ai frequentatori del web che potevano averlo ‘incontrato’ proprio nelle piattaforme social dove potrebbe essere stato molto attivo. “Voglio sapere la verità” anche su eventuali attività poco lecite cui il figlio potrebbe aver preso parte, aveva detto il padre rispondendo a una domanda della Sciarelli. Del resto il ritrovamento nel monolocale affittato a poche centinaia di metri dall’ostello universitario in cui alloggiava di quattro cellulari, due diverse carte di credito e ben 40 sim ha fatto subito pensare a qualche attività (illegale?) cui il giovane (esperto pare nell’uso delle tecnologie tanto da complicare il lavoro degli investigatori della Postale con l’utilizzo di speciali sistemi di protezione sui dispositivi in suo possesso), potrebbe aver partecipato. Alle indagini, coordinate dal procuratore di Perugia, Raffaele Cantone e dall’aggiunto, Giuseppe Petrazzini, si aggiunge dunque ora la segnalazione di questi ‘alert’ . Avvertimenti diffusi subito dopo la morte di Andrea in chat Telegram dedite, pare ad attività non completamente lecite. Sulla bontà della segnalazione arrivata al programma stanno ora effettuando accertamenti gli esperti della Postale. L’obiettivo delle indagini infatti non è solo a far luce sulle circostanze della morte di Andrea ma anche verificare se esistono responsabilità di terzi nella decisione dello studente universitario di togliersi la vita. Se insomma, come dice il padre, esista qualcuno che lo abbia istigato, “costretto”, al suicidio. Se autentica, l’allerta scattata su Telegram dimostrerebbe l’esistenza di più soggetti che ora hanno interesse a nascondere le interazioni avute con il giovane abruzzese, del quale però uno dei suoi più cari amici di Lanciano, Luigi, rimanda una immagine diversa rispetto al grande esperto digitale. “Andrea non era uno smanettone _ dice rispondendo alle domande del giornalista del programma Rai -. Da come lo vedevo io non era poi così abile in informatica…”. Eppure qualcuno evidentemente sa che probabilmente non era così, e che Andrea era stato introdotto (da chi?) in più gruppi segreti di Telegram ai cui componenti si raccomanda ora di cancellare ogni traccia di interazione avuta con i vari nickname con i quali il 19enne abruzzese si muoveva sul social. Di qui il nuovo appello dei familiari e del programma ai telespettatori “perché aiutino a fare luce sul caso e in particolare sull’autore dell’alert che apre a uno scenario davvero inquietante…”. AGIPRESS
D. Miliani