Il deputato Pd ha presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia sulle condizioni della carceri italiane
AGIPRESS – La maggior parte degli istituti di pena italiani hanno perso da tempo la loro funzione rieducativa, contravvenendo peraltro alla Costituzione, per la quale la detenzione non può consistere in trattamenti contrari al senso di umanità . Per affrontare questi nodi delicati ho presentato un’interrogazione al ministro della Giustizia, chiedendo quali iniziative urgenti intenda intraprendere per risolvere l’emergenza carceri per dare sଠeffettività alla pena ma anche al processo di rieducazione del reo”. E’ quanto afferma Ermete Realacci, responsabile green economy del Pd, depositando una interrogazione scritta al ministro della Giustizia.
“Secondo gli ultimi dati Istat – prosegue Realacci – il numero di detenuti presenti negli Istituti per adulti è a fine 2012 di quasi 66 mila, dato che configura un sovraffollamento a livelli record: per ogni 100 detenuti che gli istituti di prevenzione e pena dovrebbero ospitare, ve ne sono mediamente 151. Un’emergenza per la quale, lo scorso gennaio, la Corte Europea dei Diritti dell’Uomo ha condannato la Repubblica Italiana, chiedendo alle nostre autorità di mettere in campo entro un anno soluzioni adeguate per invertire la tendenza e garantire che le violazioni non si ripetano. L’Italia ha tempo un solo anno per porre rimedio al problema, in caso contrario dovrà affrontare pesanti sanzioni anche di in termini pecuniari”.
“Visto il sovraffollamento record delle nostre carceri “ conclude Realacci – ogni detenuto ha a disposizione soli 3 metri quadri, situazione in cui i diritti umani minimi, come quello alla salute, sono di fatto negati. Per rispondere a questa emergenza in tutte le sue declinazioni, inoltre, chiedo al ministro interrogato se non voglia dare effettiva attuazione alla riforma della medicina penitenziaria per permettere il pieno godimento di questo diritto ai detenuti e quali provvedimenti possano essere messi in campo affinché siano trasferite alle Regioni le risorse spettanti al Servizio sanitario penitenziario”.
Agipress