AGIPRESS – ASSISI (Perugia) – Solenne apertura ad Assisi nei giorni scorsi dell’VIII Centenario della composizione del Cantico delle Creature 1225/2025. La cerimonia, che si è svolta tra il Santuario San Damiano e il Santuario della Spogliazione, per poi concludersi sulla tomba del Santo nella Basilica di San Francesco, è stata seguita da centinaia e centinaia di fedeli e pellegrini. All’evento hanno partecipato tutti i rappresentanti della Conferenza della Famiglia Francescana (OFM, OFMConv, OFMCap, TOR, IFC-TOR e OFS) e monsignor Domenico Sorrentino, vescovo delle Diocesi di Assisi – Nocera Umbra – Gualdo Tadino e di Foligno, oltre ai rappresentanti dell’amministrazione comunale di Assisi che ha sostenuto l’iniziativa. «Il messaggio di Francesco ha superato i confini della famiglia francescana – ha dichiarato fra Massimo Fusarelli, ministro generale dell’Ordine dei frati minori – . E dopo 800 anni continua a ispirare molti uomini e donne di buona volontà, sia che lo leggano come poesia, come lode cristiana o come preghiera ecumenica o interreligiosa». È toccato a fra Francesco Piloni OFM, ministro provinciale di Umbria e Sardegna dare l’avvio ufficiale al Centenario, nella sala del Cantico, adiacente al giardino nei pressi del quale era la celluzza di stuoie, che ospitò il Santo di Assisi: «Nonostante la cecità che segnava gli ultimi anni della sua vita – ha sottolineato il ministro della Provincia Serafica – il Cantico ha lo sguardo di fede profonda di chi riconosce la bellezza del creato come riflesso della perfezione divina». Dopo la proclamazione del cantico, accompagnata dal clarinetto, a turno i ministri Generali hanno commentato i passi del Cantico attraverso le creature che compongono la lode. A cominciare dal sole e dall’acqua fino alla madre terra e al fuoco (‘Altissimo, onnipotente, bon Signore’, aiutaci a essere sensibili al respiro della Madre Terra, ai suoi cicli vitali, all’equilibrio tra consumismo e sobrietà); ma anche ad altri due fondamentali momenti dell’esistenza umana: il perdono e la morte. «Il Cantico non parla solo della bellezza della Natura, ma anche delle difficoltà della storia umana _ ha detto fra Amando Trujillo Cano, ministro generale del Terz’Ordine regolare _ se c’è una lode per il perdono, vuol dire che ci sono colpe da perdonare, come pure infermità e tribolazioni. Troviamo quella unione tra l’ambiente e l’uomo che Papa Francesco ci ha insegnato a chiamare ‘ecologia integrale’, perché ‘un vero approccio ecologico diventa sempre un approccio sociale per ascoltare tanto il grido della terra quanto il grido dei poveri’ (LS 49)». Il vescovo Sorrentino ha concluso la celebrazione ricordando come le due ultime strofe del Cantico siano state concepite in Episcopio, in particolare la penultima sulla riconciliazione, che Francesco realizzò tra il podestà del tempo e il vescovo Guido II, in quel momento in forte dissidio politico-istituzionale. “Da quel momento e con l’aggiunta l’anno successivo della strofa sulla morte – ha detto il vescovo – il Cantico risuona tra queste pietre e da qualche anno tutto il popolo di Dio ha iniziato ad ascoltare il grido di pace di Francesco e del suo Cantico. Ora, attraverso Francesco e anche grazie a questo santo giovane, Carlo Acutis che presto sarà canonizzato, il Cantico è di casa qui. Il mio desiderio è che, per tutta la comunità ecclesiale e di rimbalzo per quella universale, questo inno, anche da questo Santuario, possa diventare il Cantico della pace nel mondo”. Tutti i rappresentanti della Conferenza della Famiglia Francescana, insieme al vescovo si sono poi spostati alla tomba di San Francesco per l’omaggio alle spoglie mortali del Santo. Per l’occasione, nella chiesa Inferiore della Basilica è stata esposta la copia più antica del Cantico, all’interno del Codice 338, custodita nella Biblioteca del Sacro Convento. D. Miliani
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