AGIPRESS – Firenze – L’interno dell’occhio umano può rivelare la salute del nostro organismo. Se ne è parlato al congresso internazionale di malattie retiniche che si e’ concluso a Firenze. In particolare e’ stato presentato uno studio pioneristico che ha dimostrato che le fotografie e le scansioni di routine della retina, stanno acquisendo sempre maggiore importanza grazie alla loro potenzialità di estendersi oltre la diagnosi delle patologie oculari, per individuare precocemente molte malattie che non colpiscono gli occhi, come Alzheimer, Parkinson, ictus, infarto, aneurismi, diabete di tipo 2, fino ad arrivare alla previsione dell’età biologica di una persona. Una conquista resa possibile grazie all’ oculomica, un nuovo campo di ricerca nato dalle combinazioni di tecniche capaci di analizzare i dettagli microscopici dell’occhio con l’intelligenza artificiale, in grado di confrontarli poi con milioni di altre scansioni oculari. Una tecnica che consente di anticipare anche di anni la diagnosi delle malattie più diffuse e debilitanti, responsabili complessivamente dell’80% dei decessi a livello globale. “Dall’analisi della retina, l’intelligenza artificiale può già individuare, come uno specialista esperto, retinopatia diabetica, degenerazione maculare e retinopatia del prematuro. Ma la retina e il nervo ottico sono estensioni del cervello e, a differenza di qualsiasi altra parte del corpo umano, offrono un’opportunità unica per la visualizzazione diretta, in vivo e non invasiva, dei sistemi neurosensoriale e microvascolare” dichiara Stanislao Rizzo, presidente di FLORetina ICOOR, direttore del Dipartimento di Oculistica del Policlinico A. Gemelli IRCCS e ordinario di Oculistica presso l’Università Cattolica di Roma. Intanto anche l’Italia entra a far parte della sperimentazione di una rivoluzionaria terapia genica per il trattamento della degenerazione maculare umida legata all’età. Secondo caso in Europa, dopo la Francia, nell’ambito di uno studio clinico di fase 3 già avviato negli Stati Uniti, la sperimentazione e’ iniziata al gemelli di Roma su un paziente di 60 anni. Questa terapia genica ‘salva-vista’,utilizza un vettore virale che ‘insegna’ alle cellule del paziente a produrre proteine speciali che impediscono la formazione incontrollata dei neo-vasi, responsabili di questa grave forma di retinopatia. Agipress
Clarissa Vatti