AGIPRESS – PERUGIA – Ragazze e ragazzi insieme per promuovere la cultura del rispetto. È accaduto in un’affollatissima aula magna della facoltà di Psicologia all’Unipg in occasione della Giornata mondiale contro la violenza sulle donne. Potente la performance iniziale che ha visto protagoniste le matricole del corso triennale in Psicologia. Studentesse e studenti a fare “rumore” insieme per ricordare a tutti che si può ferire, distruggere, “uccidere” anche con le parole. In un Paese, il nostro, in cui solo nel 2024 si contano 99 vittime di femminicidio di tutte le età (dai 13 anni alle over 70) e di tutte le categorie sociali, i ragazzi si sono confrontati su quell’humus dal quale la cultura della violenza trae origine. “Una visione patriarcale che va cambiata” hanno gridato i giovani insieme ricordando come atteggiamenti, parole, apprezzamenti non graditi, sono essi stessi sbagliati, fuorvianti e altrettanto pericolosi quanto le violenze fisiche.
“Basta, è ora di fermare le aggressioni fisiche e psicologiche sulle donne. È ora di promuovere una cultura che rispetti l’autodeterminazione per far capire che un ‘no’ è ‘no” , hanno detto gli studenti universitari a gran voce. “Imparare a riconoscere i segnali di una relazione tossica è fondamentale _ hanno quindi ribadito i vari relatori invitati alla manifestazione coordinata dal team del professor Stefano Federici, docente di Psicologia generale all’Unipg -., intercettarli per tempo può essere determinante a volte per salvare la vita di madri, nonne, sorelle, amiche o semplici conoscenti .Cambiare si può, si deve e la speranza del cambiamento siete voi…”. La mattinata, che da tre anni consecutivi ormai si ripete nella facoltà universitaria perugina per sensibilizzare i ragazzi su uno dei più devastanti fenomeni della società contemporanea e per accendere i riflettori sulle voci soffocate delle donne in ogni angolo del mondo, si è conclusa non a caso come era iniziata: con un generale scampanellio di chiavi “Il rumore della speranza e della fiducia nel cambiamento…”. (D.M.)
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