AGIPRESS – Una pratica medica che considera il valore delle differenze, tiene conto dell’appartenenza o meno a un genere, riconosce l’ambiente in cui le persone vivono e le condizioni socioculturali ed economico-politiche che ne condizionano l’esistenza. Di questo si è parlato a Firenze nell’Aula Magna del rettorato in piazza San Marco, nell’ambito della terza edizione dell’iniziativa La Toscana delle Donne nel corso della presentazione del volume “Eva, Adamo e l’albero della conoscenza”, promossa dalla Regione Toscana e cofinanziata dall’Unione europea assieme al Programma Interreg Francia Marittimo, in collaborazione con l’Istituto per lo studio, la prevenzione e la rete oncologica e il Centro di coordinamento regionale per la Salute e la Medicina di Genere.
“E’ importante – afferma la capo di gabinetto del presidente della Regione Cristina Manetti – favorire il confronto sulle tematiche della salute di genere che riguarda tutte e tutti. Ho seguito la nascita di questo volume con interesse. La Regione Toscana è stata la prima in Italia ad inserire il termine “medicina di genere” in tutti i documenti sanitari e questo dimostra una sensibilità verso l’argomento. Negli ultimi anni abbiamo attivato progetti pilota importanti: il Codice Rosa è nato in Toscana nella ASL Sud Est come buona pratica ed è stato poi esteso in altre parti d’Italia. Pochi giorni fa Careggi è stata premiata dall’Agenas per i suoi risultati del suo reparto maternità e possiamo contare, sempre nella ASL Sud Est e nell’Azienda sanitaria universitaria di Pisa su bilanci certificati di genere. E’ giusto quindi riflettere sul principio dell’”appropriatezza” delle cure e scegliere quelle più adatte per noi”.
“Il principio che ispira questa raccolta di studi e riflessioni – aggiunge la rettrice Alessandra Petrucci – è valorizzare le differenze di sintomi, percorsi diagnostici ed efficacia dei farmaci nei diversi percorsi di cura, andando oltre la comprensione delle malattie che colpiscono solo le donne o solo gli uomini e approfondendo come la stessa situazione patologica possa incidere su persone diverse. Differenze che non riguardano solo i cromosomi, ma le diverse esperienze di vita, di ruoli, il contesto sociale ed il vissuto individuale”.
“Questo volume inizia a prender forma l’otto marzo 2023 – ricorda Francesco Annunziato, direttore del Dipartimento di Medicina Sperimentale e Clinica dell’Università degli Studi di Firenze – e nasce nell’ambito di un progetto che ha visto impegnati molti giovani studiosi dell’Università di Firenze in una ricerca interdisciplinare in materia di ricerca medico-scientifica e pratica dei servizi sanitari”.
“E’ stato fondamentale nella realizzazione di questo volume – sottolinea la dottoressa Viola Davini, una delle curatrici – il ruolo ed il contributo del professor Luca Toschi, Direttore Centro Ricerche scientia Atque usus. Ogni capitolo apre un mondo che, come ricercatrici e ricercatori che si occupano di comunicazione, abbiamo avuto il piacere di esplorare. Dal nostro punto vista e assieme alla collega curatrice Rossella Marcucci abbiamo scelto di privilegiare l’aspetto che riguarda la connessione con i bisogni ed il vissuto dei pazienti e raccontare come la differenziazione di genere possa migliorare la personalizzazione della cura. Fra gli argomenti che abbiamo scelto di trattare c’è anche il ruolo delle donne all’interno delle istituzioni sanitarie con la testimonianza di ciò che sta facendo oggi l’Azienda ospedaliera universitaria di Careggi in tema di equità della leadership”.
Nel corso dell’incontro il tema della salute di genere è stato trattato nei suoi molteplici aspetti e risvolti: da quello che riguarda la salute “genere-specifica”, quella che spiega quali sono le evidenze scientifiche che riguardano le differenze per età, genere, profilo socioculturale e non solo, a quello personalizzazione della cura che ha bisogno di una comunicazione capace di valorizzare le differenze grazie al coinvolgimento della cittadinanza tutta in percorsi di prevenzione, diagnosi e cura sulla base delle caratteristiche specifiche di ciascun paziente, con l’obiettivo di trasformare l’attuale modello di medicina e di ricerca biomedica attraverso un accesso equo e personalizzato ai servizi sanitari.