AGIPRESS – PERUGIA – Olio, arte e bellezza. È questa la formula vincente del Frantoio Marfuga di Campello sul Clitunno (PG) situato dal 1817 a poche centinaia di metri da quelle Fonti che hanno ispirato artisti come Virgilio, Plinio il Giovane, Corot e George Byron e a cui il Carducci intitolò una sua meravigliosa ode. L’azienda, nota per la qualità dei suoi oli ottenuta da cultivar come Moraiolo, Frantoio e Leccino, spesso oggetto di prestigiosi riconoscimenti (recentemente è stata premiata dalla guida Flos Olei 2025 che ha inserito il suo olio evo biologico Dop tra i migliori 20 al mondo) ha infatti ampliato il suo campo di azione sviluppando una linea di cosmetici naturali a base di olio biologico. Nei giorni scorsi il Frantoio ha aperto le porte a degustatori, appassionati d’arte e operatori dell’informazione per una visita guidata all’azienda in cui è stata spiegata la filosofia produttiva. “Il nostro è un convinto impegno – ha spiegato Francesco Gradassi responsabile Marfuga e discendente della famiglia fondatrice di cui rappresenta la quinta generazione – alla sostenibilità unita all’innovazione”. Tradizione (le olive vengono raccolte ancora manualmente) e modernità ( in particolare con attrezzature d’avanguardia che permettono di ottenere un olio di altissima qualità) insomma, sono alla base del modus operandi di un’azienda che punta da sempre alla valorizzazione del territorio umbro e che da un paio di anni ospita anche le opere dell’artista Federica Tondini, in arte CK23 (moglie e prima collaboratrice di Gradassi ) simbolo di un dialogo profondo tra natura e ispirazione. “Produciamo olio dai tempi dello Stato Pontificio racconta Gradassi , oggi abbiamo raggiunto il mercato nazionale e internazionale, portando il nome Marfuga in oltre mille punti vendita in Italia e in 25 Paesi del mondo”. Obiettivi raggiunti grazie a un’operazione di marketing mirata. Marfuga vanta 40 ettari di oliveti dislocati tra Campello sul Clitunno, Spoleto e Trevi, per un totale di 16.000 alberi. Innovazione e tradizione guidano i progetti dell’azienda, che punta alla digitalizzazione, a nuovi impianti tradizionali e alla crescita degli oliveti per assicurare una produzione di qualità costante. Al termine del tour al Frantoio pluripremiato, Gradassi ha rivelato di guardare con orgoglio alla continuità generazionale, sperando un giorno di coinvolgere le figlie “Ginevra ed Elettra, nella gestione dell’azienda”.
D. Miliani
AGIPRESS