Il commento di Marcello Mancini
E’ andata come tutti pensavano (o temevano?): un trionfo di Trump, perfino nelle dimensioni che hanno smentito ogni sondaggio. Oggi appare evidente che proprio i sondaggi sono stati il grande inganno della campagna elettorale americana. Come se fossero stati costruiti ad arte, artefatti dall’illusione. Appare chiaro come l’eccezionale rimonta attribuita a Kamala Harris da quando è stata annunciata la sua candidatura, non ci sia mai stata. O forse ha rappresentato il frutto della suggestione, creata dal timore di vedere di nuovo lo spauracchio Trump alla Casa Bianca. La speranza di aver trasformato in poche settimane la mediocre e sbiadita Kamala, vicepresidente fantasma di Biden, in un candidato vero e carismatico, è svanita al contatto con le urne. Ma quale testa a testa? Il trionfo repubblicano è fin troppo chiaro. E segna la sconfitta costellata dagli errori dei democratici. E’ proprio vero che chi è causa del suo mal pianga se stesso: oggi i Democratici sono rimasti con un pugno di mosche, zavorrati in uno dei punti più bassi della loro storia, solo per colpa loro. Dilaniati dalle lotte interne e dai clan che non sono stati capaci di frenare per tempo la ricandidatura di Biden, si sono visti costretti a pescare l’unica soluzione che era sul tavolo, la più immediata, la più semplice ma anche la meno credibile. Quella a cui mai avrebbero pensato nei quattro anni precedenti. Se gli Obama e i Clinton avessero smesso di litigare, sbarrandosi la strada a vicenda, e avessero riconosciuto l’evidenza di dover trovare un’alternativa al vecchio Biden, il percorso verso la Casa Bianca avrebbe avuto un diverso epilogo. Invece la tardiva conversione su Kamala Harris, che sapeva di improvvisazione e di ciambella nata sgonfia, non ha convinto nessuno, nemmeno i tradizionali elettori democratici. Il fragile ripensamento sulla capacità di Kamala, nel volgere di pochi giorni è stato rapidamente smascherato . E ora i Dem sono a raccogliere i loro cocci. Con la speranza (per tutti) che non debbano raccoglierli anche l’intero popolo americano e il resto del mondo.
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