AGIPRESS – Ha due occhi, un mantello, otto tentacoli e un becco sotto la testa: non stiamo parlando di un ultimo eroe dell’universo Marvel ma del polpo comune, una risorsa essenziale per la pesca e la cultura culinaria dell’Europa meridionale, in particolare in Portogallo, Spagna, Italia e Grecia. Il polpo comune (Octopus vulgaris) ha un ciclo vitale piuttosto breve: i maschi muoiono per cause naturali subito dopo l’accoppiamento e le femmine muoiono dopo la schiusa delle uova. Poiché il loro numero diminuisce e aumenta rapidamente, e vista la loro sensibilità alle variazioni ambientali, è difficile contare i numeri di individui che compongono una specifica popolazione. La mancanza di una valutazione formale delle popolazioni di Octopus vulgaris costituisce una sfida per la gestione sostenibile della sua pesca nel Mediterraneo e in generale. Per promuoverne la sostenibilità, MSC Marine Stewardship Council, organizzazione non profit che promuove la salute di mari e oceani attraverso un programma per la pesca sostenibile, ha avviato dei progetti per raccogliere i dati scientifici necessari a un’adeguata valutazione dello stato di salute e sviluppare dei software per facilitare l’uso di modelli di valutazione complessi. Questi progetti sono attivi in Italia, Grecia e Spagna e fanno parte di MedPath, creato nel 2020 per sostenere le attività di pesca del Mediterraneo nella loro transizione verso la sostenibilità. Le attività portate avanti nella cornice di MedPath sono state recentemente raccolte in un report dettagliato che racconta le azioni portate avanti da MSC per promuovere la salute del Mediterraneo.
Italia: una metodologia su misura per la valutazione del polpo – Nel Golfo di Oristano nella Sardegna occidentale, il polpo viene catturato da circa 100 imbarcazioni di lunghezza inferiore ai12 metri attraverso le nasse. Per valutare lo stato di salute della popolazione di polpo è stata implementata una metodologia su misura che permetterà di condurre la prima valutazione organica nella regione. Ciò che rende particolarmente interessante questa metodologia è la sua possibilità di essere applicata anche ad altre tipologie di pesci che dispongono di informazioni limitate. I primi risultati di questa valutazione degli stock, condotta dal Dipartimento di Scienze della Vita e dell’Ambiente dell’Università di Cagliari, sono previsti entro il 2024. Questa attività fa parte del progetto BluFish.
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