AGIPRESS – La diagnosi di sindrome giovanile di Parkinson lo travolge come un ciclone all’età di 44 anni. Circa tre anni fa decise di fare la DBS “Stimolazione Celebrale Assistita” che lo fece rinascere. Oggi Roberto Russo, di origine siciliana e ormai trapiantato a Calvagese della Riviera (Brescia), di anni ne ha 56 ed è pronto a correre i 400 metri – 800 metri ai Campionati Italiani Paralimpici Assoluti di atletica che si terranno il 29 e 30 giugno presso il Campo di Atletica leggera “Gabre Gabric di San Polino” a Brescia. Appassionato di mountain bike, si è avvicinato alla corsa e alla maratona dopo aver scoperto di essere affetto dalla terribile patologia neurodegenerativa: è proprio grazie all’esercizio fisico continuativo, infatti, che i pazienti parkinsoniani possono migliorare sensibilmente la qualità della loro vita e il loro benessere psicofisico.
A un tratto arriva il dolore al ginocchio, sempre più acuto, fino a limitare la pratica dello sport, che per Roberto avrebbe rappresentato un grave declino in poco tempo. Il dott. Gianmarco Regazzola, chirurgo ortopedico specializzato in protesica all’anca e al ginocchio, con un’esperienza internazionale e attento alle tecniche chirurgiche più innovative, rileva un ginocchio varo (ovvero, arcuato), consumato in un solo compartimento e sceglie per lui di eseguire, per la prima volta su un paziente affetto da morbo di Parkinson, un intervento di osteotomia correttiva. L’operazione, eseguita presso l’Ospedale Sant’Anna di Brescia, ha riportato l’articolazione di Roberto Russo in asse spostando il carico verso il centro del ginocchio. “Durante un’osteotomia correttiva del ginocchio, il chirurgo ortopedico effettua un taglio preciso nell’osso intorno al ginocchio per creare una frattura controllata. Successivamente, l’osso viene riposizionato nella posizione corretta e fissato con piastre, viti o altri dispositivi di fissaggio interni”, spiega il dott. Gianmarco Regazzola. Questo permette di correggere l’angolazione dell’articolazione del ginocchio e di ridistribuire il carico in modo più uniforme, alleviando così il dolore e migliorando la funzionalità.
Una scelta determinata anche dalla giovane età, rispetto all’alternativa di protesi, soprattutto per pazienti con osteoartrosi in una fase iniziale e per coloro che desiderano continuare ad avere un’attività fisica ad alto impatto, come gli atleti. L’intervento consente infatti di migliorare la funzionalità dell’arto o dell’articolazione interessata, ridurre il dolore e ripristinare l’allineamento corretto delle strutture anatomiche. Infatti, da subito Roberto è ritornato a sognare ha potuto muoversi, a un mese dall’intervento aveva già abbondonato le stampelle e a tre mesi ha potuto ricominciare ad allenarsi, con ottimi risultati e riuscendo a qualificarsi per i Campionati Assoluti di Brescia e coronando il suo sogno.
“Il messaggio che vorrei portare a tutti coloro che hanno questa patologia ma soprattutto ai più giovani è quello di non arrendersi mai e di non vergognarsi di avere il Parkinson. La vita ci ha donato una seconda possibilità e anche con l’ospite indesiderato si possono fare tante cose – racconta Roberto – Il mio motto che ho anche tatuato sul braccio sx è ‘Trasformare la sfiga in Sfida non mi fermerai mai Mr. Parkinson’. Ringrazio il dott. Gianmarco Regazzola, il fisioterapista Stefano Roversi del centro Marathon di Brescia, la prestigiosa Squadra di cui vado fiero di appartenere ‘La Rosa Rannig Team’ e tutto il suo staff. Viva la vita”. AGIPRESS