La compilazione delle liste elettorali è il momento più trascurato e, al tempo stesso, più importante di una elezione, perché stabilisce una squadra di governo che dovrà sostenere la compagine governativa e anche, comunque, l’opposizione. Colpa anche della infelice abolizione delle preferenze, qualche anno fa, che ha tolto ai cittadini la possibilità di scegliere i propri rappresentanti, consegnandola alle decisioni dei partiti, obbedienti a giochi di bottega, per cui l’elettore si è ridotto a ratificare i nomi individuati nelle stanze del potere a lui spesso ignote. Meno male che alle elezioni europee e amministrative, è rimasto il sistema delle preferenza, con l’auspicio che presto torni anche alle Politiche. Tutto questo purtroppo però non toglie che le candidature restino una giostra casuale, sulla quale salgono personaggi che poco hanno a che fare con la politica, e una volta eletti, e probabilmente assicurato il pacchetto di voti richiesti dal partito che li ha proposti, spariranno dalla circolazione. Succede per le elezioni amministrative (candidati sindaci che scompaiono il giorno dopo la sconfitta) sia per quelle europee (eurodeputati eletti che quasi mai mettono piede a Strasburgo perché i loro interessi rimangono in Italia). A me sembra una truffa bella e buona ai danni dell’ignaro elettore. Che poi queste candidature di facciata abbiano come protagonisti perfino i leader dei partiti più importanti (Schlein? Meloni?) che ovviamente dovrebbero guidare le liste, non solo svuotano di significato il voto del cittadino ma lo rendono inutile. Un giochetto per raccattare consensi che allontana ancora di più gli elettori. E poi ci lamentiamo della scarsa affluenza alle urne. Chi è causa del suo mal pianga se stesso.
Marcello Mancini