DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

17 Febbraio 2024

E ora anche le anguille coltivate

AGIPRESS – Perché fermarsi alla carne coltivata? Fra qualche anno nei piatti potremmo trovare anche una seconda scelta, almeno in Giappone, si potranno infatti, gustare le anguille coltivate. La loro carne sta diventando sempre più richiesta ma, trovarne a buon mercato non è semplice. La pesca intensiva e lo spopolamento di anguille hanno provocato un aumento dei prezzi, rendendo l’alimento troppo costoso e poco reperibile sul mercato. Ma non solo, questa specie rischia l’estinzione, a causa dell’inquinamento delle acque, della distruzione dell’habitat e delle dighe che ne impediscono il ciclo biologico.

Per questo motivo, a inizio anno la Commissione Generale per la Pesca nel Mediterraneo (Gfcm) dell’ONU ha stabilito dei paletti redigendo un piano che prevede una chiusura di sei mesi per la pesca, imponendo inoltre, lo stop totale alla pesca per hobby. Un altro passo previsto è proseguire il monitoraggio coinvolgendo i pescatori e gli scienziati in tutto il Mediterraneo, in modo da assicurare la conservazione della specie e dell’antico metodo di pesca tradizionale. Una startup israeliana, la Forsea Foods, fondata nel 2021 dall’ingegnere biotecnologico Roee Nir (attuale amministratore delegato), sembra abbia escogitato una soluzione, sta appunto, portando avanti esperimenti per creare carne di anguilla in laboratorio partendo da cellule embrionali della specie stessa, questo sistema consentirebbe una produzione su larga scala. Il prodotto, grazie alla collaborazione con uno chef giapponese, è stato già sperimentato con un certo successo.

Non tutti sanno che il ciclo di vita delle anguille è molto complesso, contraddistinto da lunghe migrazioni dai fiumi all’oceano e diverse fasi di vita distinte, è pertanto impossibile allevarle come pesci. L’anguilla coltivata è prodotta utilizzando organoidi, piccolissimi fasci di tessuto, inizialmente sviluppati per essere impiegati nella ricerca medica, formati da cellule staminali embrionali prelevate da uova fecondate di anguilla. Queste cellule sono in grado di svilupparsi in qualsiasi tipo di tessuto e crescendo si organizzano autonomamente nella struttura della carne vera e propria. Il prodotto finale contiene alcuni elementi di origine vegetale, ma è realizzato senza l’utilizzo di antibiotici o ormoni.

Un aiuto per salvare il Pianeta
L’idea di Forsea Foods è nata dopo aver visto la situazione tracciata dalla lista rossa di International Union for the Conservation of Nature (IUCN) sulle specie che rischiano l’estinzione: secondo IUCN la popolazione delle anguille è diminuita del 90-95% negli ultimi tre decenni. La startup si allinea ad alcuni Obiettivi dell’Agenda 2030:

6 – Acqua pulita e servizi igienico-sanitari (uso efficiente dell’acqua, gestione delle acque reflue, riduzione dei costi di riscaldamento, raffreddamento e filtraggio);
12 – Consumo e produzione responsabili (creare in linea con l’economia circolare);
13 – Lotta contro il cambiamento climatico (basse emissioni di gas serra);
14 – Vita sott’acqua(diminuire l’impatto negativo del commercio ittico non sostenibile);
Il prodotto verrà lanciato entro il 2025, l’azienda ha inoltre, promesso di mantenere gli stessi prezzi dell’anguilla tradizionalmente catturata in natura.

Le riserve ittiche si stanno esaurendo, perché la popolazione mondiale consuma più di quanto l’oceano possa fornire, e l’unica cosa che forse può contribuire a cambiare il mondo è iniziare a pensare ad una diversa alimentazione, un’alimentazione sostenibile di alta qualità. AGIPRESS

Francesca Danila Toscano – Stradenuove

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