Aldo: “Il mio elisir, ai giovani dico lasciate il cellulare e usate il vanghino. Scoprirete il piacere di andare nei boschi”.
AGIPRESS – CITTA’ DI CASTELLO – Settanta anni con il cane al guinzaglio ed il vanghino in spalla: “nozze di platino” con la cerca del tartufo per Aldo Bianchini, 89 anni, testimonial della capitale del tartufo bianco che conta oltre mille tartufai e dove nasce una trifola su tre in Italia: “non posso stare sul divano, questa e la mia vita” E ai giovani dice: “fate come me, staccatevi in po’ da telefonini social, andare nei boschi fa bene alla salute e si può tirar su qualche euro” “ Domani domenica 5 novembre i migliori cani da tartufo d’Italia in gara in una location mozzafiato, i giardini del Cassero di fronte alla Cattedrale e Torre Civica a Città di Castello..
LA STORIA DI ALDO – Iscritto all’Associazione Tartufai Altotevere, dove il fratello Italo, fra i fondatori ricopre il ruolo di segretario, il decano dei cavatori tifernati, dall’età di venti anni prima a Pietralunga e poi a Città di Castello, esce con il proprio cane nei boschi del comprensorio alla ricerca del prezioso tubero, in ogni stagione, con il caldo e con il freddo, con la nebbia e la neve. Una passione per questa plurisecolare attività all’aria aperta e contatto con la natura, la cava del tartufo (da più di due anni patrimonio immateriale dell’Unesco) ereditata dal babbo Domenico poi trasmessa al fratello e a tanti amici. “Ho lavorato sempre in campagna nell’azienda agricola di famiglia ed ho iniziato da giovane ad andare alla ricerca dei tartufi, profumo e sapore che a casa mia hanno fatto parte della vita quotidiana, grazie anche alle tagliatelle e gnocchi preparati da mamma Ester”, esclama Aldo Bianchini, ricordando frigoriferi stracolmi di tartufi bianchi neri e di lunghe traversate negli anni 50-60 di tanti cavatori altotiberini con i muli verso Acqualagna a rifornire un mercato che era punto di riferimento in particolare del tartufo “nero”. Nella sua mente tanti ricordi e aneddoti legati alle innumerevoli uscite nei boschi ai tanti cani, Zara, Brilla, Dik, in prevalenza bracchi pointer, insostituibili protagonisti, che lo hanno affiancato nella ricerca e di quella trifola, pregiato tartufo bianco di quasi un chilo che ha scovato tanti anni fa in una fredda giornata di inverno. A raccontarlo si commuove al pari di chi ricorda un titolo conquistato o un traguardo sportivo raggiunto: la “coppa dei campioni” per un tartufaio.
A distanza di quasi settanta anni dalla prima uscita nei boschi, il rito, una tradizione secolare che appartiene con orgoglio ad una comunità , si è ripetuto dall’ultima domenica di settembre, giornata di apertura della raccolta della trifola e rinnovato in questi giorni in cui si celebra la 43esima edizione del “Salone Nazionale del Tartufo Bianco Pregiato” (fino a domani 5 novembre nel centro storico): Aldo Bianchini con la sua “Brilla” al guinzaglio ed il vanghino in spalla non ha rinunciato alla solita passeggiata nel bosco, riuscendo sempre a portare a casa un discreto bottino. “Anche se l’età avanza non me la sento di mettermi in pantofole sul divano a non fare nulla, ormai questa consuetudine è parte della mia vita, quando esco nei boschi è come rinascere ogni volta”. Un hobby sempre più in voga ed in continua crescita, stando alle statistiche dell’Afor, Agenzia Forestale Umbria, (che parlano di 38 nuovi tesserini rilasciati, tra cui giovani di età compresa 16 “ 25 anni, fra questi 3 ragazze). Aldo si rivolge anche ai giovani e li consiglia a lasciare da parte telefonini, computer e social per dedicarsi ad una sana attività all’aria aperta che “fa bene alla salute e consente talvolta di guadagnare anche qualche euro”. Proprio in questi giorni conclusivi della rassegna nazionale di Citta’ di Castello, Aldo Bianchini è dunque il testimonial più verace e appassionato della città dei “cavatori”, la terra dove nasce una trifola su tre in Italia e si conferma la capitale del tartufo bianco, dei cani di ogni razza e taglia. Per quanto concerne il numero di raccoglitori autorizzati, oltre mille, il Comune di Città di Castello ed il comprensorio altotiberino è secondo, a livello nazionale, come incidenza dei tartufai sulla popolazione. “Nessun luogo come Città di Castello parla del tartufo e qui, dove la trifola, l’oro bianco, è un’eccellenza e non una rarità come altrove, perché è abbondante, la nostra ambizione è di raccontare ed esaltare il suo legame con la terra, il valore aggiunto inimitabile di una storia, di una tradizione, di esperienze che lo rendono unico e desiderato in tutto il mondo”, hanno spiegato il sindaco Luca Secondi e l’assessore al Commercio e al Turismo Letizia Guerri, nel ringraziare il Presidente del Gal Alta Umbria, Mirco Rinaldi per il sostegno alla manifestazione. A proposito di cani e cerca del tartufo, domani domenica 5 Novembre, l’Associazione Tartufai Altotevere ha organizzato la seconda edizione dei memorial dedicati ad “Alessandro Ghigi Jimmy Cecchini”, una vera e propria gara inserita nel circuito nazionale in cui si sfideranno a colpi di cronometro i cani da tartufo di tutte le razze provenienti da Centro-Italia. Teatro della sfida del fiuto, a partire dalle ore 8,00, i Giardini del Cassero che si affacciano sulla cattedrale e piazza Gabriotti: un evento unico. AGIPRESS