La richiesta avanzata dall’assessore regionale Bugli alla conferenza Stato-regioni. Soddisfazione del sindaco di Abetone e di “Doganaccia 2000”
AGIPRESS – FIRENZE Adeguare le regole italiane in materia di manutenzione degli impianti a fune alla normativa europea. E’ quanto ha chiesto ufficialmente al governo nel corso dell’ultima seduta della conferenza Stato-Regioni la Toscana, dopo avere ottenuto l’appoggio unanime di tutte le regioni. A farlo è stato l’assessore regionale toscano Vittorio Bugli che ne ha dato notizia stamani parlando con il sindaco di Abetone, Giampiero Danti, e con una delegazione di operatori della montagna pistoiese. Già alcune settimane fa gli amministratori e gli operatori avevano incontrato l’assessore, ponendo la questione in tutta la sua urgenza e chiedendo un intervento delle istituzioni.
“Ho consegnato al ministro Delrio la nostra proposta approvata dalla Conferenza delle regioni “ ha spiegato Bugli “ in cui si chiede al Governo di modificare la normativa sugli impianti a fune (il decreto ministeriale 23 del 1985) e di adeguarla alla direttiva europea. Nella norma italiana sono previste rigide scadenze temporali, variabili a seconda della tipologia degli impianti, al termine delle quali gli stessi devono essere integralmente sostituiti o sottoposti a revisioni radicali prescindendo da specifiche verifiche, come invece prevedono le regole europee. Ciò significa “ ha aggiunto “ che anche un impianto perfettamente manutenuto, funzionante e dotato di tutti i crismi in fatto di sicurezza rischia di dover essere smantellato al termine del ciclo temporale stabilito dalla legge”.
Soddisfazione per la notizia è stata espressa dal sindaco del comune di Abetone Giampiero Danti, che ha ringraziato Bugli e ha sottolineato come tale iniziativa “costituisca un’importante svolta verso una riforma che invochiamo da tempo e che, se realizzata, permetterà finalmente di liberare gli operatori di questo settore da una situazione di incertezza causata da una norma restrittiva e garantirà cosଠalle imprese italiane che gestiscono gli impianti di risalita nelle zone montane di essere più concorrenziali nel mercato europeo”.
“L’accoglimento di questa proposta “ ha affermato Sergio Ceccarelli, di “Doganaccia 2000³, parlando per gli operatori del settore – potrà salvare da chiusura certa molte stazioni sciistiche italiane e consentirà il risparmio di importanti risorse che potranno essere investite per lo sviluppo di nuove politiche occupazionali e per il rilancio dell’iniziativa privata sui territori montani”.
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