AGIPRESS – Le auto elettriche immatricolate oggi in Europa, nel loro intero ciclo di vita, emettono in media il 69% in meno di CO2 in atmosfera rispetto ad una vettura a gasolio, ma la produzione e lo smaltimento delle loro batterie rappresenta ancora oggi un serio problema ambientale che la comunità internazionale deve risolvere in fretta, anche in vista della crescente domanda e degli obiettivi di net-zero fissati dall’UE. Lo afferma la Società Italiana di Medicina Ambientale, che fornisce alcuni numeri sull’impatto delle auto elettriche sul fronte dell’ambiente. I dati diffusi recentemente dall’European Environmental Bureau (EEB, rete di oltre 170 organizzazioni ambientali europee) evidenziano come una auto elettrica emetta in atmosfera in media 75 grammi di CO2 equivalente per km nel suo intero ciclo di vita, che va dalla produzione del veicolo in tutte le sue fasi all’utilizzo su strada, fino ad arrivare allo smaltimento finale – spiega Sima “ Una analoga vettura alimentata con motore diesel, invece, emette fino a 250 g di CO2 equivalente per km nell’intero ciclo di vita.
Un analogo studio dello IEA (International energy agency) afferma che le auto elettriche permettono di ridurre nell’ordine del 50% le emissioni di gas serra rispetto alle auto con motori a benzina o diesel. Tutte le ricerche condotte sul tema, tuttavia, evidenziano come il punto debole dei veicoli elettrici, in termini di impatti ambientali, sia rappresentato dalla produzione delle batterie, per le quali il consumo di energia, minerali e metalli vale fino al 40%/50% delle emissioni di gas serra emesse nell’intero ciclo di vita di una auto elettrica “ afferma Sima – Per estrarre una tonnellata di litio, ad esempio, sono necessari circa 500.000 litri d’acqua e una serie di passaggi che determinano un grande consumo di CO2: si stima che, per ogni chilo di idrossido di litio, vengano emessi dai 5 ai 16 chili di anidride carbonica. C’è poi la fase dello smaltimento: alla fine del loro ciclo di vita, le batterie al litio devono seguire una procedura precisa per evitare danni all’uomo e all’ambiente.
In Italia il traffico veicolare contribuisce alle emissioni inquinanti nella misura del 23% (di cui il 60% circa attribuibile alle autovetture), alle emissioni di ossidi di azoto per circa il 50% e alle emissioni di particolato per circa il 13% – aggiunge la Società Italiana di Medicina Ambientale “ E’ importante quindi intervenire sul fronte della mobilità non solo per rendere sempre meno inquinante il parco veicolare, ma anche per tutelare la salute dei cittadini, considerato che l’Italia è il primo paese in Europa per morti attribuibili all’inquinamento atmosferico, con circa 80mila decessi prematuri all’anno. AGIPRESS