Dalla tecnologia, nuove strategie preventive.
AGIPRESS – Nuove frontiere e buone novità per chi soffre di emicrania. Se da un lato alcuni passi avanti per curare il mal di testa sono già stati compiuti anni fa grazie alla neurostimolazione transcutanea, ossia quella che utilizza impulsi elettrici, il progetto europeo Tara apre una nuova pista percorribile grazie al primo prototipo di dispositivo impiantabile. Ma andiamo con ordine. Quando si parla di emicrania ci riferiamo ad una patologia dolorosa, declinata tipicamente al femminile: l’emicrania infatti colpisce tre donne per ogni uomo, soprattutto durante l’età riproduttiva. E sono proprio le fluttuazioni ormonali legate al ciclo mestruale a rappresentare il fattore predisponente o scatenante più comune per l’emicrania. Il trattamento delle cefalee primarie, specie nella forma cronica, resta un annoso problema per chi ne soffre e per chi se ne occupa; nonostante siano disponibili numerosi trattamenti per l’attacco acuto e per la terapia di profilassi, spesso non si riesce ad ottenere una sufficiente risoluzione del dolore. Nel tempo è emersa la necessità di rispondere ad un crescente bisogno di alternative terapeutiche per tutti quei pazienti che sono refrattari o che non possono essere sottoposti ai trattamenti farmacologici tradizionali, soprattutto in considerazione della natura cronica della patologia. Va da sé che stiamo parlando di patologie gravi ed acute per le quali non possono bastare rimedi naturali quali massaggi mirati, tisane indicate, alimentazione ad hoc e restare in una camera al buio senza rumori. Alcuni anni fa uno studio italiano, i cui risultati sono stati pubblicati su Neurological Sciences, dimostrò come non i farmaci ma un piccolo strumento, una sorta di diadema o cerchietto, si poteva appoggiare sulla fronte per curare e prevenire gli attacchi di emicrania nelle persone che, proprio per questo problema, fanno abuso di farmaci.
Grazie alle nuove tecnologie infatti è possibile adottare strategie preventive non farmacologiche come i device, che permettono, attraverso la stimolazione dei rami periferici del nervo trigeminale, la modulazione dei meccanismi centrali che generano l’emicrania, con risultati dimostrati in studi in cui la neurostimolazione trigeminale esterna, confrontata con stimolazioni placebo, ha mostrato profili di efficacia, tollerabilità e sicurezza molto significativi. Ottime notizie sul tema arrivano dall’Università di Pisa, coordinatrice del progetto europeo TARA. E’ infatti in corso di realizzazione il primo prototipo di un neurostimolatore impiantabile per curare l’emicrania senza farmaci. Il dispositivo è simile a un piccolo cilindro dotato di elettrodi che si inserisce sottopelle fra collo e nuca e che tramite una centralina esterna dialoga con una app per gestire e controllare la generazione degli impulsi. Il tutto impiantato senza bisogno di ricorrere alla chirurgia. Il paziente potrà tramite l’app monitorare il proprio stato di salute e scegliere tra le diverse sequenze di impulsi concordate con lo specialista. “Come Università di Pisa, oltre a coordinare il progetto “ spiega il professore Massimo Piotto del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione “ abbiamo sviluppato e progettato il chip per la generazione degli impulsi di corrente per gli elettrodi impiantati e collaboriamo alla progettazione e caratterizzazione del chip per l’acquisizione ed elaborazione dei biopotenziali (ECG, EMG)”.
TARA (Disrupting the Migraine continuum of care for resource constrained settings) è stato finanziato per un totale di circa 6 milioni di euro dei quali circa 358mila destinati all’Ateneo pisano. Iniziato nel 2022, il progetto dura tre anni e coinvolge un consorzio internazionale e multidisciplinare che comprende esperti sia accademici che aziendali negli ambiti dell’ingegneria elettronica, dell’ingegneria biomedica, dell’informatica e della medicina. Oltre all’Università di Pisa, i partner coinvolti sono nove: Capri Medical (Irlanda), Sensichips srl (Italia), Univerzitetni klinicni center Maribor (Slovenia), Brai3n (Belgio), Skein-Ukraine (Ucraina), Crowdhelix (Irlanda), South Tees Hospitals Nhs Foundation Trust (Regno Unito), Centre for Process Innovation (Regno Unito), European Society of Regional Anaesthesia and Pain Therapy (Svizzera). Massimo Piotto che coordina il progetto è impegnato da più di 20 anni nella ricerca relativa allo sviluppo di sensori integrati, Micro Electro-Mechanical Systems (MEMS) e interfacce elettroniche per sensori, prima come ricercatore del Consiglio Nazionale delle Ricerche (CNR) e in seguito come professore associato dell’Università di Pisa. Ha partecipato a numerosi progetti nazionali e internazionali e fa parte del gruppo di ricerca UNIPI “Integrated Circuits and Sensors (ICS)” del professore Paolo Bruschi come responsabile del laboratorio “Integrated Sensor Systems (ISS)” del Dipartimento di Ingegneria dell’Informazione. AGIPRESS
Francesca Franceschi – Stradenuove