DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

30 Giugno 2023

Rombo di tuono, il conducator bravo & bello

Il commento di Massimo Sandrelli.

AGIPRESS – “Nel nostro cielo un Rombo di Tuono” non è una semplice storia di calcio ma un grande affresco storico. Siamo a metà degli anni sessanta. L’Italia sta consumando il proprio “miracolo economico”. Pochi pagano le tasse e molti producono ricchezza. L’Italia, più che una nazione, è quasi un modo di dire. La gente protegge le proprie diversità . E’ come se si vivesse il timore di un’ identità nazionale che fu uno degli slogan del ventennio. La Sardegna ancora di più. Nella propria terra quel popolo parla poco, custodisce gelosamente costumi e balli, si sente una nazione diversa, mai completamente libero. All’inizio degli anni sessanta un piano di sviluppo induce Angelo Moratti e Angelo Rovelli a investire: petrolio e chimica, quel volano fa muovere anche il turismo. Il vento che, però, può diffondere il senso di novità soffia dal più grande e popolare degli sport. Il Cagliari calcio salta dalla serie B alla A. Quella società gode della simpatia dei due “Angeli” in specie di quello interista. E la squadra cresce, attraendo stima e affetto di un popolo mai cosଠdiffidente. Ogni storia, per maturare, ha bisogno di almeno un eroe.

Luigi Riva è un lombardo cresciuto in un istituto religioso. Di poche parole, con uno splendido fisico, fuma molto e dorme poco. Giunto in Sardegna scopre di somigliare più di quanto potesse immaginare a quel popolo. Loro imparano a stimarlo, ne rispettano la tenebrosità , in poche parole lo adottano. Lui cresce, scopre la sicurezza del suo valore e fa gol. Sembra l’archetipo di dio greco. Bello, maestoso nei movimenti, potente, agile e nel piede sinistro mostra anche un insospettabile talento. I sardi piano piano gli riconoscono il ruolo di condottiero, come un profeta che non sospettavano di poter avere. Lui è il vero “conducator”, il capitano. Il Cagliari cresce come cresce l’affetto “muto” della gente. Capiscono che fidarsi del Cagliari calcio e di Riva non li esporrà alla delusione di mancate attese. Le promesse dello Stato, dei Governi spesso sono finite in un dimenticatoio, invece “Gigirriva” puntualmente ogni domenica è là pronto a scuotere quella rete e i loro animi per anni induriti dalla diffidenza. Nel 1970 arriva lo scudetto. Ora la gente sarda si sente più uguale, anzi, se possibile, ancora più orgogliosa. Poi c’è anche il Mondiale, dove Gigi diventa un eroe mondiale, secondo solo al Brasile.

Riva diventa “Rombo di Tuorno” grazie a Gianni Brera. “In un gol all’Inter sentii un tuono¦” il genio del maestro di San Zenone Po non ha uguali, come quando definଠMario Corso come il participio passato del verbo correre¦ E “Rombo di tuono” diventa immediatamente l’oggetto del desiderio di tutti. Gianni Agnelli si è consumato di telefonate. Vuole a tutti costi Riva, come l’Inter di Angelo Moratti e cosଠvia. Lui ci pensa a lungo e poi dice di no, ormai la sua casa è quella terra, la sua gente è quella gente. Del resto un dio non può deludere e divenne un’icona, una di quelle maschere pietrose che animano quei balli e quelle musiche. Le gioie di Riva erano gioie del suo popolo, come i suoi dolori e i suoi drammatici infortuni. E anche oggi che lui è prigioniero di una titanica depressione, loro ne rispettano in silenzio il silenzio.

Ecco questo e molto altro si può scoprire nel film di Riccardo Milani, in programmazione su Sky. Un lavoro pregevole, denso di cultura e sensibilità , coniugato con grande maestria. Perchè Gigi Riva e la Sardegna sono uno dei piccoli miracoli della nostra storia, dove sacro e profano si mescolano: il bandito Graziano Messina, Grazianeddu, da latitante, si travestiva da suora per andare allo stadio e faceva in modo che Riva sapesse il settore dov’era, per poter godere dello sguardo di Rombo di Tuono. AGIPRESS

di Massimo Sandrelli

ARTICOLI CORRELATI
Torna in alto