DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

14 Giugno 2023

Un giovane su due non sa cosa farà da grande

Il 57,3% dei ragazzi tra i 15 e i 28 anni non ha alcuna idea sul lavoro che svolgerà .

AGIPRESS – Giovani senza bussola e confusi sul proprio futuro professionale. Il 57,3% dei ragazzi tra i 15 e i 28 anni non ha alcuna idea sul lavoro che svolgerà nel futuro o sulle competenze professionali che vorrà sviluppare. Tale percentuale, come prevedibile più alta per le fasce di età più basse, supera il 50% per l’età compresa tra i 18 e i 24 anni e si attesta al 41,2% per la fascia di età 25 e oltre. Ovvero le classi di età che potrebbero e dovrebbero essere già inserite nel mercato del lavoro. È quanto emerge dall’anticipazione di alcuni risultati dell’indagine sui Servizi di orientamento svolta dall’Inapp (Istituto nazionale per l’analisi delle politiche pubbliche) su un campione è di 3.642 giovani in età compresa tra i 15 e i 29 anni e presentata oggi nel corso di un convegno a Roma.

“Troppi ragazzi non raggiungono la consapevolezza di una identità professionale e di un ruolo nella società in grado di coniugare le proprie aspirazioni con i propri talenti e con le dinamiche del mercato del lavoro “ ha dichiarato il professor Sebastiano Fadda, presidente dell’Inapp “ e questo impone una riflessione e una rivisitazione dell’intero sistema dei servizi di orientamento in sinergia col sistema dell’istruzione e della formazione professionale. Anche perché, nella maggior parte dei casi, si tratta di maggiorenni. Esiste un bisogno inespresso di orientamento che deve essere intercettato e soddisfatto attraverso un accompagnamento che faciliti i complicati passaggi dei giovani nelle varie tappe del loro percorso, sia esso formativo che professionale”.

In generale, sono soprattutto i ragazzi ad avere le idee confuse, 60% contro il 55% delle femmine, e gli inattivi, coloro che non studiano e non lavorano. Riguardo alla fruizione dei servizi di orientamento ben il 38,1% degli intervistati dichiara di non aver mai fruito di alcun servizio. Tra i motivi di tale scelta la percezione di un’assenza di necessità , dovuta in parte all’idea che tali servizi siano utili soprattutto nella fase di ricerca di un lavoro. Ma c’è anche un altro dato che desta preoccupazione: circa il 13% ne ignora l’esistenza. Insomma, i centri di orientamento sono ancora poco conosciuti e poco frequentati. E quando ci si va è per motivi molto specifici: ricerca di informazioni su opportunità di tirocini e stage, supporto nella ricerca del lavoro. Ma non va trascurato un altro dato: il 19.5% dei giovani che chiede all’orientamento una consulenza che li aiuti a capire e definire i propri obiettivi lavorativi e formativi. Segnale che la confusione e l’incertezza sul proprio futuro è un’esigenza che viene percepita, almeno da un ragazzo su cinque.

Tra chi ha usufruito dei servizi di orientamento, privilegiando quelli offerti dalle scuole e dai centri per l’impiego, il 66% si dichiara soddisfatto. Tuttavia, si registra anche un 29% che si dichiara insoddisfatto dell’esperienza fatta. Le ragioni di tale insoddisfazione “ riferisce l’indagine – derivano dal non aver ricevuto informazioni adeguate o dall’aver provocato maggiore confusione. Un’ampia sezione dell’indagine è dedicata ai valori attribuiti dai giovani al lavoro. I risultati ottenuti mostrano un cambiamento di prospettiva. I giovani, infatti, intendono sempre più il lavoro come progetto di vita e non più solo come strumento di guadagno, mettendo al centro la qualità di vita. I giovani cercano molto più di un posto di lavoro e di guadagno, cercano situazioni in cui possono realizzare sé stessi dal punto di vista umano e professionale.

“I giovani avrebbero bisogno di essere accompagnati e sostenuti nella costruzione e nella realizzazione del loro progetto di vita “ ha proseguito Fadda – ma spesso i servizi si limitano a intervenire solo nei momenti della scelta dell’indirizzo di istruzione o al supporto nella ricerca di lavoro. Manca un sostegno educativo distribuito durante tutto l’arco della vita. Certo si registrano passi in avanti, il Pnrr prevede una riforma dell’orientamento, il ministero dell’Università e della Ricerca mette a disposizione dell’education circa 200 milioni per i prossimi anni, ma è necessario un ripensamento generale dell’orientamento; accompagnato da percorsi di formazione innovativi e da una destinazione più mirata delle risorse nel quadro della evoluzione dei fabbisogni professionali e formativi”. AGIPRESS

ARTICOLI CORRELATI
Torna in alto