AGIPRESS – La Federazione nazionale degli ordini delle professioni infermieristiche (FNOPI), in vista ella giornata mondiale del donatore di sangue 2023, lancia un allarme: la carenza di infermieri mette seriamente a rischio il numero di donatori che, negli ultimi anni, specie durante e dopo la pandemia, sono pericolosamente diminuiti. Nelle Regioni dove la carenza di infermieri per mille abitanti è maggiore, infatti, le donazioni, sempre per mille abitanti, sono minori rispetto alla maggior parte delle altre realtà locali. Cosà¬, ad esempio, mentre in Campania dove mancano in media quasi 10 infermieri ogni mille abitanti le donazioni ogni mille abitanti, secondo il dato Avis per lo scorso anno, sono circa 13, in Umbria, dove la carenza di infermieri ogni mille abitanti è solo di 0,7, le donazioni ogni mille abitanti raggiungono quota 310.
“È necessario per questo “ afferma Barbara Mangiacavalli, presidente FNOPI – dare soluzioni immediate alla carenza di infermieri e valorizzare il loro ruolo e le competenze in medicina trasfusionale, sviluppando percorsi formativi specifici, modelli organizzativi di gestione delle attività centrati sulla sicurezza e gli esiti delle cure e modelli di integrazione e collaborazione multiprofessionale per una corretta gestione delle risorse umane sulla base delle competenze acquisite”. Donare il sangue permette di svolgere un ruolo attivo e responsabile da parte dei cittadini e promuove uno stile di vita sano. Il sangue è indispensabile, ad esempio, nei servizi di primo soccorso, di emergenza/urgenza, in molti interventi chirurgici e trapianti di organo e di midollo osseo, nella cura delle malattie oncologiche ed ematologiche, in varie forme di anemia cronica, immunodeficienze, emofilia ecc. Il sangue è indispensabile per la tutela della salute, donare sangue, come recita lo slogan 2023 dell’Avis, è ˜condividere la vita’ e l’infermiere è essenziale per la sua donazione.
“Quello della carenza di personale nei centri trasfusionali “ commenta il presidente di AVIS Nazionale, Gianpietro Briola – è un tema per il quale, da tempo, chiediamo l’attenzione delle istituzioni. Si tratta di un fattore che incide notevolmente sul nostro sistema di raccolta, ne sono conferma i dati relativi all’ultimo anno che hanno visto in crescita il numero dei donatori, ma in calo quello delle donazioni. Ciò significa che la generosità e l’impegno dei volontari sono sempre garantiti, ma spesso bisogna scontrarsi con le difficoltà della macchina organizzativa. Nelle scorse settimane, il Senato ha approvato il c.d. Decreto Salute ed Energia: si tratta di un primo passo importante che consentirà l’impiego del personale medico in formazione negli enti e nelle associazioni che svolgono attività di raccolta di sangue ed emocomponenti. Ma la strada è ancora lunga. Per tutto questo sappiamo di avere in FNOPI l’alleato migliore possibile. Il protocollo d’intesa che abbiamo sottoscritto, infatti, punta proprio a rafforzare il ruolo dell’infermiere nell’ambito dell’attività trasfusionale, in quanto ulteriore garanzia di controllo e utilizzo degli emocomponenti. Mi auguro che questa nostra collaborazione possa fornire una spinta sempre maggiore verso il completamento di una riorganizzazione necessaria dalla quale trarranno beneficio tutti gli attori coinvolti: donatori, pazienti, professionisti e sistema Paese”. AGIPRESS