DIRETTORE RESPONSABILE FRANCESCO CARRASSI

8 Aprile 2023

Agli studenti fa bene la presenza delle pecore

Uno studio condotto dall’Università della California rivela gli effetti positivi sulla salute mentale.

AGIPRESS – Le pecore in soccorso della natura e del benessere psicologico degli umani. Questo il verdetto di una ricerca condotta dall’Università della California e pubblicata su The International Journal of Environmental Research and Public Health lo scorso gennaio. Si tratta di una scoperta importante, tenuto conto delle sempre più precarie condizioni mentali ed emotive degli studenti americani; un trend individuato già partire dagli anni Ottanta, in continuo peggioramento, in particolare negli ultimi anni segnati dalla pandemia di Covid-19. Per far fronte al disagio della comunità degli studenti le istituzioni scolastiche statunitensi hanno avvertito la necessità di interventi strategici e di promozione del benessere dei giovani. Queste azioni, realizzate con la collaborazione di professionisti sanitari, pianificatori e designer ambientali, hanno evidenziato i benefici dei fattori ambientali come il contatto con la natura, una maggiore diffusione del verde urbano, inclusi alberi cittadini e parchi pubblici, sulla salute mentale.

Una delle iniziative recenti più significative a questo proposito è il progetto Sheepmower hanno condotto da alcuni ricercatori presso il campus dell’Università della California, UC Davis, ponendosi l’obiettivo di rispondere ai seguenti quesiti: ci sono differenze nei livelli di stress tra coloro che osservano pascolare le pecore e gli altri? L’osservazione degli ovini al pascolo contribuisce a sensibilizzare gli studenti sul benessere collettivo? E inoltre rafforza l’identità della comunità accademica? A queste domande si è cercato di dare risposta avvalendosi di diversi strumenti tra cui, innanzitutto, la creazione di uno spazio dedicato al pascolo di ovini all’interno del campus universitario. 25 pecore di razza Suffolk, Hampshire, Southdown e Dorset sono arrivate al campus nel maggio 2021, durante l’emergenza da Covid-19, quando la didattica era ancora in gran parte svolta da remoto. All’inizio il progetto aveva lo scopo di gestire il taglio dell’erba in modo ecologico, pratica peraltro già collaudata in diversi paesi europei, tra cui i la Francia con l’esempio del Comune di Parigi come riportato in un articolo del 2013 di La Presse. Anche nelle regioni italiane dalla Lombardia al Piemonte fino alla Toscana e al Lazio l’uso di greggi di pecore come “tagliaerba ecologico “si è diffuso negli ultimi anni tra entusiasmo e qualche perplessità .

Notata la notevole affluenza agli eventi di falciatura da parte di studenti, membri dello staff e insegnanti e le reazioni positive sui social (in termini di incremento del numero di follower e hashtag sui canali Instagram e Twitter dell’università ) l’anno seguente i ricercatori hanno deciso di espandere il progetto pilota per comprendere gli effetti della presenza degli ovini sulla salute mentale degli umani. E hanno deciso di farlo tramite una tipologia di evento particolare e insolito: delle sessioni di osservazione di pecore al pascolo. Per rendere i risultati dell’indagine più puntuali e affidabili ad uno spazio dedicato agli ovini si sono aggiunti un questionario online, disponibile da aprile a giugno 2022; una app di valutazione su smartphone per raccogliere feedback emotivi in tempo reale sul benessere percepito; un account Instagram dedicato al progetto a disposizione dei partecipanti all’evento di osservazione, incoraggiati a fornire commenti sulla propria esperienza. Questi strumenti hanno permesso di valutare le differenze nelle percezioni ed emozioni provate da coloro che avevano partecipato all’osservazione delle pecore e quella di quanti non vi avevano partecipato.

La metodologia di ricerca. Gli eventi di osservazione degli ovini al pascolo nell’ambito del progetto Sheepmowers sono cominciati nella primavera del 2022, organizzati con una cadenza regolare: tre volte a settimana per un totale di quattro mesi, da marzo a giugno. In quei giorni le pecore erano libere di scorrazzare dalle 9 alle 15 circa sotto la supervisione di almeno due studenti-pastori, adeguatamente formati nelle procedure relative alla gestione e alla sicurezza degli animali e incaricati della preparazione e pulizia del sito. Oltre ad occuparsi della cura e del benessere degli ovini a fine giornata gli studenti provvedevano a caricarli su un mezzo che riportava all’ovile dove avrebbero trascorso la notte.

Tali eventi sono stati strutturati in modo informale con una partecipazione del tutto volontaria, senza un impegno temporale specifico e comunque rispettando le preferenze individuali nonché le misure di prevenzione anti Covid-19. La valutazione degli effetti suscitati dall’osservazione delle pecore è stata pragmatica: l’obiettivo del progetto, infatti, era un esame in condizioni reali. Ai due gruppi di partecipanti (quello composto dagli osservatori delle pecore al pascolo, e l’altro rappresentato da quanti non avevano partecipato all’attività ) è stato richiesto di compilare due tipi di questionari: uno online contenente una trentina di domande, un altro su smartphone consistente in un quesito unico. Per raccogliere riflessioni e commenti sulle esperienze a questi si sono aggiunte domande aperte su Instagram, il social media scelto per il progetto.

I risultati. Tra i due gruppi coinvolti nel sondaggio online non sono emerse differenze significative relativamente a età , etnia, ruolo all’Università (studente, insegnante, membro del personale). I ricercatori hanno intervistato duecento persone, tra studenti e personale dell’università con un esito praticamente unanime: chi incontrava le pecore, aveva una probabilità molto più bassa degli altri di essere stressato. Eppure nei due tipi di questionari sottoposti la differenza nei livelli di stress tra i due gruppi è risultata irrilevante. Il sondaggio su smartphone, tuttavia, ha rivelato un effetto calmante e benefico e un miglioramento nell’umore tra i partecipati all’evento. Risultato confermato dalle risposte alle domande aperte sul social che, seppur varie, sono state tutte accomunate dal risultato di un effetto di miglioramento globale dell’umore. Su Instagram inoltre è stato invece considerato l’impatto dell’evento su diversi ambiti tra cui:

– il coinvolgimento della comunità . Le risposte hanno dimostrato che la natura inaspettata dell’iniziativa ha creato un’esperienza condivisa e favorito un senso di comunità .

– l’identità del luogo: tra gli effetti più evidenti della partecipazione all’osservazione degli ovini al pascolo risultati dai commenti su Instagram va menzionato il contributo alla creazione di un senso di identità comune.

– l’effetto rilassante: Nonostante il fatto che non siano state riscontrate tra i due gruppi discrepanze significative nei livelli di stress molti follower hanno ammesso di essersi sentiti distesi guardando le pecore pascolare, trovando in quel contesto un’occasione di relax.

– la riduzione dello stress accademico. L’ultimo tema oggetto di valutazione è stato il maggior beneficio tratto dall’osservazione degli ovini al pascolo: per affrontare il pre e/o post- esami, come motivazione a frequentare le lezioni o come sostegno durante una giornata scolastica lunga e faticosa.

Conclusioni. Al di là della semplice lettura dei risultati nella valutazione dovrebbero essere considerate le limitazioni rappresentate dai dati e dal ricorso a metodi di progettazione pragmatici. Ad esempio, i partecipanti si sono auto-selezionati, pertanto il loro riscontro potrebbe non essere generalizzabile a una popolazione più ampia. Nel campione considerato era inoltre presente un numero significativamente più alto di studenti universitari rispetto ai membri di altre categorie (personale, docenti, staff). Anche l’incentivo a partecipare al sondaggio (la possibilità di vincere una pecora impagliata) potrebbe aver influenzato la composizione dei gruppi e le risposte fornite. Infine l’esito potrebbe esser stato viziato dalla possibilità di rispondere più volte allo stesso questionario, senza poter determinare la misura in cui ciò è avvenuto.

Con tutti i limiti di cui possa soffrire (alcuni dei quali riportati sopra) questo progetto pilota è stata la dimostrazione di come una semplice esperienza come quella dell’osservazione delle pecore contribuisce al benessere umano, nello specifico nell’ambiente universitario. La ricerca accademica tradizionale sulla salute mentale finora si è concentrata raramente o per nulla su fattori ambientali esterni come il contatto con la natura. La crescente collaborazione tra professionisti di diversi ambiti, a permesso di rilevare il ruolo che i fattori esterni di natura ambientali tra cui specie animali, vegetali e il verde pubblico hanno sulla salute mentale, riconoscendo l’interazione imprescindibile tra ecologia, design e salute pubblica. Il successo del progetto Sheepmowers si basa su un concetto di ricerca accademica creativa, sulla partnership tra i settori dell’architettura del paesaggio e della sanità pubblica, ma anche sugli input ricevuti da studenti e membri della comunità , e da partenariati operativi con pianificazione, progettazione, enti di gestione. Si è trattato di un vero “lavoro di squadra”, uno sforzo transdisciplinare rompe col tradizionale “approccio a silos” con cui vengono solitamente trattate la salute umana e ambientale, concentrandosi invece su uno sistematico, volto all’individuazione di soluzioni innovative e alla promozione e applicazione di azioni collettive. Seppure attraverso lo sviluppo di iniziative diverse da quella dell’osservazione delle pecore al pascolo, ricorrere a risorse già esistenti di semplice impiego e soprattutto benefiche per l’ambiente e la salute, è una strategia che può esser replicata in modo vario e creativo. E rappresentare un modello per altri campus e realtà educative. AGIPRESS

di Pamela Preschern

ARTICOLI CORRELATI
Torna in alto