AGIPRESS – Avere tempo, ma spostare un appuntamento o un lavoro complesso al giorno dopo. Affrontarlo in un secondo momento, aspettando il giorno giusto. Quante volte è capitato e quante altre volte succederà . Rimandare non è difficile, spesso viene quasi “naturale”, e consente di sentirsi in una dimensione più “positiva”, che solleva temporaneamente dallo stress, perché è lontana da impegni e richieste. Procrastinare non fa bene alla salute. In base ad uno studio pubblicato recentemente su Jama Network Open, si possono sviluppare effetti che incidono negativamente sul benessere. Infatti, un team di scienziati universitari di Stoccolma ha condotto una ricerca su oltre 3.000 studenti di otto Università svedesi, esaminando la loro tendenza a procrastinare e le loro condizioni di salute. Dallo studio è emerso che, chi tra gli studenti manifestava una maggiore tendenza a procrastinare ha accusato, con un intervallo di tempo di circa nove mesi, sintomi più evidenti associati ad ansia e stress. Tra i disturbi più frequenti sono stati riferiti la cattiva qualità del sonno e dolori ricorrenti. Un’attività particolarmente soggetta alla procrastinazione è l’esercizio fisico. Infatti, dalla ricerca, emerge che il rinvio dell’inizio di un’attività legata allo sport è molto frequente. “Rompere il ghiaccio” sembra essere il momento più difficile che può portare più spesso a rimandare uno sforzo fisico intenso, contrariamente a ciò che avviene in chi riesce a superare il primo passaggio “avversione” e a sperimentare l’innalzamento dell’umore. E se gli impegni sono complessi e sembrano una montagna troppo alta da scalare, ci possono essere interventi che portano a suddividere i compiti in obiettivi più piccoli e raggiungibili che contribuiscono a farci stare meglio. AGIPRESS
di Gaia Simonetti